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Quelle contraddizioni
tra sindaco e assessore
sulle Unioni civili

La sede municipaleLa questione delle unioni civili sta creando qualche malumore in seno alla maggioranza
La sede municipaleLa questione delle unioni civili sta creando qualche malumore in seno alla maggioranza
La sede municipaleLa questione delle unioni civili sta creando qualche malumore in seno alla maggioranza
La sede municipaleLa questione delle unioni civili sta creando qualche malumore in seno alla maggioranza

Da una parte il sindaco Riccardo Poletto evidenzia la carenza di strumenti per applicare le nuove norme sulle unioni civili, dall’altra l’assessore Giovanni Cunico dice che va tutto a meraviglia, con tanto di invito ai non residenti a scegliere Bassano per le loro nozze.

Qual è delle due la versione che fotografa la realtà? Perché sono lampanti le contraddizioni del Comune sul tema delle unioni civili.

L’estate è in chiusura e a Bassano si apre un altro fronte a dir poco caldo. Da giugno anche l’Italia ha una legge che riconosce diritti e doveri alle coppie di fatto, etero e omosessuali.

Per il centrosinistra è un passo di civiltà che ci avvicina ai paesi più evoluti. Peccato che, a legge ampiamente in vigore, manchino i registri per iscrivere le unioni e una disciplina specifica che dica esattamente come, dove e quando celebrare le unioni. Problemi messi in evidenza dalle dichiarazioni del sindaco al Giornale di Vicenza, in netta contraddizione con l’assessore Cunico per il quale invece la città è già pronta e apre le porte anche ai residenti degli altri Comuni limitrofi.

Poletto ha parlato di “lavori in corso” evidenziando i punti che non vanno. «Benvenute – ha dichiarato – le coppie che sceglieranno Bassano per le loro unioni. Non è nostra intenzione mettere alcun ostacolo sul loro percorso, però siamo in attesa dei registri e, in via provvisoria, applicheremo per analogia la disciplina dei matrimoni».

Sulla scelta di Bassano da parte dei non residenti, il sindaco è piuttosto tiepido. «Ben vengano - spiega - però la promozione turistica è cosa diversa».

Come dire che quello delle unioni civili è solo uno dei temi in agenda. Neppure il più importante, con il Ponte malconcio e una viabilità da ventimila veicoli ogni giorno a un passo dal centro storico. Meno di dodici ore dopo, il colpo di scena. La giunta approva una delibera che dice sì alle unioni, senza se e senza ma. L’assessore competente per l’anagrafe Cunico sorpassa il sindaco e rilancia: Bassano è più che pronta, a settembre si comincia, le unioni saranno nella sostanza identiche ai matrimoni e chi abita in un Comune ostile, in città troverà le porte aperte. Via libera, quindi al “turismo nuziale” con tanto di sedi di gala, Palazzo Sturm in testa, tirate a lucido per l’occasione.

Un cambio di rotta, quello emerso nell’arco di una giornata, che non si spiega solo con questioni di temperamento: più istituzionale il sindaco, più entusiasta il giovane assessore. Una telefonata dai piani alti del Pd avrebbe suggerito alla pattuglia bassanese di premere sull’acceleratore e anticipare i tempi su un tema potente in chiave elettorale.

Ieri in Comune le bocche erano cucite, per tutti parla il sindaco, gettando acqua sulle polemiche. «Nessuna rottura in maggioranza – precisa - solo la constatazione che siamo in una fase transitoria. Attendiamo i registri e alcune specificazioni normative, ma si tratta di difficoltà secondarie e le unioni civili si potranno celebrare. Attorno alla metà di settembre saremo pronti a partire e vogliamo essere accoglienti il più possibile nei confronti di chi sceglierà di ufficializzare il proprio status di famiglia». Quanto al tempismo di una delibera di segno opposto alle dichiarazioni del mattino, Poletto bolla ogni illazione come dietrologia. «Un atto di giunta non si prepara in poche ore. La delibera era all’ordine del giorno da tempo e l’abbiamo condivisa in pieno». Perché, allora, quelle sue dichiarazioni che contraddicevano l’assessore?

Lorenzo Parolin

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