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Pove

Quella carezza
di Papa Francesco
«Prega per me»

di Eugenio Marzotto
L’incontro a Roma tra Papa Francesco e Giuseppe Stoppiglia
L’incontro a Roma tra Papa Francesco e Giuseppe Stoppiglia
Padre Stoppiglia incontra Papa Francesco

Si sono rivisti dopo 38 anni, lui presidente onorario dell’associazione Macondo, l’altro diventato Papa. Papa Francesco. Divisi solo da una transenna di piazza San Pietro ma uniti da sempre nel rapporto con la fede, con Dio e con gli ultimi.

É bastato poco più di un minuto mercoledì scorso durante l’udienza papale per far riaffiorare la stessa emozione, la stessa passione di due preti che hanno fatto un pezzo di strada insieme, condividendo in gioventù i primi passi della teologia della liberazione. Uno nella Valsugana, l’altro in Argentina.

Una settimana fa padre Stoppiglia è riuscito così a regalare a Bergoglio il suo ultimo libro intitolato “Vedo un ramo di mandorlo” e a scambiare qualche battuta. «Prega per me, prega per me», gli ha implorato il Papa, racconta Stoppiglia ancora emozionato che ha annuito e risposto con un «Ti voglio bene». Prima uno scambio di battute tra due preti legati da sempre al Sudamerica e a chi lotta con la croce tra favelas, povertà e campesinos. «Abbiamo parlato delle attuali condizioni di salute del vescovo del Mato Grosso, il Papa conosceva le difficoltà di don Pedro Casaldàliga, poi gli ho consegnato il mio ultimo libro con una dedica e una lettera privata».

E poi ancora quel «prega per me», ripetuto due volte, spiazzante prima dell’abbraccio tra padre Stoppiglia e Francesco Bergoglio tra le guardie svizzere e gli sguardi dei cardinali. «L’ho trovato triste e stanco - spiega il padre di Pove del Grappa - forse a causa dell’ultimo viaggio in Africa, ma non ha smarrito l’energia di quando l’avevo incontrato nel ’77 in Argentina. Quando difendeva gli operai e gli studenti dalla violenza del regime di quegli anni. All’epoca avevo una sorella suora che viveva a Buenos Aires e mi raccontava di quel prete sempre solo con la sua borsa. Fin da giovane aveva capito che la spiritualità sta nei poveri ed è lo stesso messaggio che ci consegna ancora oggi. Quando è diventato Papa ho pianto di gioia come un bambino. Per questo gli ho ripetuto che gli voglio bene». Padre Giuseppe Stoppiglia, 78 anni, a Pove del Grappa ha fondato l’associazione Macondo nata ”per il dialogo tra i popoli”. Negli anni ’70 fu uno dei primi preti operai della provincia andando ad incontrare i lavoratori nelle fabbriche. Dopo l’adolescenza in Valsugana e una gioventù passata con il padre contrabbandiere, decide di farsi prete e dopo una lunga esperienza a Comacchio torna in Veneto come formatore della Cisl. Ma è l’America Latina, le grandi disuguaglianze e contraddizioni a segnare la vita di Stoppiglia che trova nel giovane Bergoglio un riferimento. «All’anagrafe ha nove mesi più di me, ma quattro in meno di messe perchè è stato ordinato dopo», scherza Stoppiglia nella sua Pove. «Sono sempre in giro, adesso mi metto calmo. E pregherò per il mio amico Francesco».

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