<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Bassano del Grappa

Prostituzione
e fatture false
Cinque arresti

Avevano creato una vera e propria agenzia immobiliare per prostitute e trans
Appostamenti e decine di perquisizioni da parte dei carabinieri
Appostamenti e decine di perquisizioni da parte dei carabinieri
Bassano, prostituzione e fatture false

Questa mattina oltre 80 militari tra carabinieri e guardia di finanza sono stati impegnati nell'esecuzione di una complessa operazione di servizio volta al contrasto dello sfruttamento della prostituzione e dell'emissione di fatture per operazioni inesistenti, nell'ambito della quale è stata data esecuzione a 5 misure di custodia cautelare, di cui 3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari. L'operazione ha portato al sequestro preventivo di un appartamento e di due autovetture; altre tre persone risultano indagate. Decine le perquisizioni in Veneto e Lombardia, tra cui quelle a carico di arrestati e indagati e in 15 appartamenti utilizzati per il meretricio fra le province di Vicenza e Treviso. (IL VIDEO)

 

L'INDAGINE. L’attività d’indagine ha preso il via dalla raccolta di informazioni dei carabinieri di Bassano, da cui sono emersi diversi casi di appartamenti nel territorio utilizzati per il meretricio.

Il quadro emerso dagli approfondimenti avviati dagli uomini dell'Arma è quello di una fiorente “organizzazione logistica” al servizio del miglior offerente nel campo della prostituzione. Le persone arrestate, infatti, avevano escogitato un astuto sistema di sub-affitto “in nero”: individuati gli appartamenti potenzialmente vantaggiosi sotto il profilo della domanda da parte di donne o transessuali dediti alla prostituzione, gli stessi sono stati affittati tramite prestanome a prezzo di mercato, per poi essere proposti a prezzi maggiorati fino al 500% .

 

Gli odierni arrestati, come accertato dai Carabinieri, hanno contattato di volta in volta donne e transessuali dediti alla prostituzione ricavando i numeri da svariati siti di incontri, proponendo i vari appartamenti declinandone le potenzialità in termini di «flusso di persone» oppure di «ambiente ottimale per la loro attività», ma non solo. In più di un’occasione i soggetti, a fronte di maggiorazioni ulteriori, hanno adattato anche i locali sulle esigenze rappresentate, modificando ad esempio i colori degli ambienti o la loro disposizione, o ancora dotando a richiesta di servizi aggiuntivi quali il wi-fi.

 

Il servizio fornito, osservato durante vari appostamenti da parte dei carabinieri, è di matrice “all-inclusive”, giungendo persino a ricevere ed accompagnare in loco con automezzi propri le donne ed i transessuali che di volta in volta hanno usufruito dei servizi di quello che potrebbe essere definito uno «smart hosting for prostitution». L’illecito di fatto, come attestato dai militari dell’Arma bassanese, costituisce nel profittare di denaro provento diretto dell’attività di prostituzione: un provento di tutto rispetto se si calcola una media di oltre 15 appartamenti, fra Vicentino e Trevigiano, gestiti contemporaneamente per un introito di almeno 2.000 euro mensili per unità abitativa, dunque un annuale che sfiora i 400.000 euro “puliti” e, ovviamente, senza rendicontazione.

 

GLI ARRESTATI. Le risultanze dei carabinieri hanno portato all'emissione di quattro ordinanze di custodia cautelare. A finire in manette il 48enne bassanese Claudio Fiorese, a cui è stata sequestrata anche una Volvo XC70, utilizzata per il reato, attualmente in carcere a Padova; il 45enne bassanese Denis Pavin, a cui è stata sequestrata anche una Fiat Punto, utilizzata per il reato, attualmente in carcere a Vicenza; la 44enne vibonese ma residente nel vicentino Paolina Maiolo, che si trova ai domiciliari; il 69enne trevigiano Galliano Nasato, a cui è stato sequestrato un appartamento di proprietà, utilizzato per il reato, che si trova ai domiciliari.

 

Durante il prosieguo delle indagini sono emersi poi profili di apparenti irregolarità fiscali a carico di alcuni dei soggetti, elemento che ha portato i carabinieri a coinvolgere anche i colleghi della guardia di finanza, i cui accertamenti investigativi successivi hanno fatto emergere il reato di «emissione di fatture per operazioni inesistenti» a carico di alcune “cartiere” gestite dagli indagati. Per questo è finito in carcere il 52enne romano, ma residente nel trevigiano, Massimiliano Maria Mastroianni.

 

Suggerimenti