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Progetto Smart city Studio di fattibilità su costi e risparmi

Il territorio del Bassanese urbanizzato  senza soluzione di continuitàLuigi Copiello
Il territorio del Bassanese urbanizzato senza soluzione di continuitàLuigi Copiello
Il territorio del Bassanese urbanizzato  senza soluzione di continuitàLuigi Copiello
Il territorio del Bassanese urbanizzato senza soluzione di continuitàLuigi Copiello

Alessandro Comin Un progetto di fattibilità per valutare costi e servizi della “federazione” dei venti Comuni che potrebbero fare parte della futura “smart city”. È il prossimo obiettivo del gruppo di lavoro sulla proposta che trasformerebbe il Bassanese in un’area urbana di quasi 160mila abitanti garantendo, nelle intenzioni, risparmi considerevoli nell’amministrazione della cosa pubblica e grande peso decisionali nelle future dinamiche non soltanto regionali. Un impegno tenace, quello portato avanti dall’associazione Politica in regola e, tra gli altri, da Gigi Copiello e Gianni Tasca, che anche nelle ultime settimane del 2017 hanno tenuto vivo il dibattito: partendo dalla creazione di uno sportello capace di incrociare davvero università, progettazione e mondo del lavoro alla cui realizzazione stanno lavorando Comuni e industriali e che nelle intenzioni dovrebbe vedere la luce entro pochi mesi. Su questo punto l’unità d’intenti è stata massima, e così Copiello e Tasca rilanciano con gusto: «Sono numerosi i servizi che potrebbero essere gestiti in comune, con beneficio dei conti. Dall’anagrafe digitale all’illuminazione intelligente, dall’urbanistica alla determinazione dei siti produttivi, dalla risorsa dell’acqua alla raccolta dei rifiuti, fino a centrali uniche di committenza per i lavori pubblici, il futuro non può che risiedere nell’unione di forze - spiegano - Nell’ultimo incontro i sindaci hanno manifestato interesse allo studio di fattibilità. Qualcosa del genere era già stato avviato dagli Artigiani: quel lavoro si potrebbe riprendere e ampliare. Il 2018 sarà l’anno in cui produrre cifre inequivocabili». A chi li accusa di essere troppo visionari, i promotori della Smart city rispondono con un dato: «Nel Camposampierese undici Comuni si sono consorziati realizzando un risparmio del 23 per cento nel giro di una dozzina d’anni». Senza contare l’allettante partita dei finanziamenti europei «ai quali è ben difficile avere accesso al di sotto dei centomila abitanti». Segnali in linea con il nuovo corso, d’altra parte, giungono dalla Valbrenta. «Ben venga la fusione di quei Comuni, così come significative sono le prove di unione delle varie polizie municipali». Il progetto Smart city ha poco più di un anno di vita: fu lanciato ufficialmente nell’ottobre del 2016 con un convegno che ha avuto come relatore il sociologo Ilvo Diamanti. La strada però è ancora lunga. «Non vogliamo fare polemiche, ma riscontriamo una certa freddezza da parte di alcune amministrazioni che ci ricambiano con quello che definiamo “un silenzio da esplorare”», concludono Copiello e Tasca. Per la cronaca, si tratterebbe delle amministrazioni leghiste di Rosà, Cartigliano e Tezze. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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