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Prende la cattedra poi torna al Sud
Il preside furioso

Villa Fanzago, una delle sedi del liceo Brocchi di BassanoLa cattedra  ora è scoperta
Villa Fanzago, una delle sedi del liceo Brocchi di BassanoLa cattedra ora è scoperta
Villa Fanzago, una delle sedi del liceo Brocchi di BassanoLa cattedra  ora è scoperta
Villa Fanzago, una delle sedi del liceo Brocchi di BassanoLa cattedra ora è scoperta

Carabinieri, direzione scolastica regionale, Ministero dell'istruzione a Roma: il preside del liceo Brocchi, Gianni Zen, le ha provate tutte per mettere in riga il docente di diritto colpevole di aver risposto nei giorni scorsi con un certificato medico a un diniego di aspettativa. «Non c’è stato nulla da fare – spiega sconsolato il dirigente scolastico – e l’insegnante in questione, che ha firmato il primo settembre l’accettazione dell’incarico, ma in aula non si è mai presentato e se ne potrà rimanere a casa nel Mezzogiorno d’Italia ad affaccendarsi in questioni che non hanno nulla a che vedere con l’insegnamento».

La vicenda del prof furbetto inizia poco più di tre settimane fa, con la firma da parte dell’interessato del contratto che lo incarica come supplente annuale di diritto. Tempo pochi giorni, però, e all’ufficio del preside (reggente al Parolini, oltre che dirigente del Brocchi) arriva una richiesta di aspettativa. «Il docente incaricato è laureato in giurisprudenza e mi risulta che sia anche avvocato – riprende Zen -. Ha firmato l’incarico volontariamente e non mi sembrava giusto concedergli l’aspettativa senza neppure averlo visto. Ho risposto no alla sua richiesta e lui ha replicato con un certificato medico».

Un documento sostanzialmente inattaccabile sul piano giuridico, ma Zen non si è dato per vinto. «Questa persona sarà pure in regola con la legge – commenta - ma quanto ad etica non ci siamo proprio. Ho reso pubblico il fatto, contemporaneamente investendo della questione le forze dell’ordine». A stretto giro sono arrivate le telefonate degli uffici regionali e addirittura del gabinetto del ministero, a Roma. «I dirigenti ministeriali – precisa il preside – si sono voluti informare di tutto e non è escluso che per questo insegnante-avvocato possa scattare presto qualche sanzione. Tra l’altro con il suo comportamento ha messo in cattiva luce i tanti colleghi meridionali che lavorano con serietà e impegno».

Secondo il dirigente, qualcosa non funziona più nei criteri di selezione del corpo docente. «Graduatorie basate solo sull’anzianità di servizio non vanno – evidenzia - La scuola deve poter guardare negli occhi il proprio personale e scegliere sulla base di capacità e competenze. In caso contrario succede come è accaduto a me che una giovane e bravissima professoressa abbia trovato posto in Sardegna e da noi sia arrivato un supplente che, prima, ha pensato di chiedere l’aspettativa e, subito dopo, ha esibito un certificato medico che gli ha dato la giustificazione per rimanere a casa “per ragioni familiari”. Mi chiedo come questa persona possa trovare il coraggio di insegnare diritto a degli adolescenti. Bell’esempio nei confronti di ragazzi che sono in piena formazione».

Lorenzo Parolin

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