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Preallarme sfiorato
ma il cantiere resiste alla prova-brentana

Così si presentava ieri il cantiere del Ponte con le sue tureRoberto Campagnolo
Così si presentava ieri il cantiere del Ponte con le sue tureRoberto Campagnolo
Così si presentava ieri il cantiere del Ponte con le sue tureRoberto Campagnolo
Così si presentava ieri il cantiere del Ponte con le sue tureRoberto Campagnolo

Si temeva che prima o poi sarebbe successo. Ma guardando a quanto accaduto a Enego, devastato dalla bomba d’acqua, per il Ponte degli Alpini si può tirare un sospiro di sollievo. Sarà pure “malato”, ma il grande vecchio ha resistito a testa alta all’affondo del maltempo e al primo allagamento del cantiere.

Il temporale scoppiato verso le 6 di domenica in poco tempo ha aumentato drasticamente la portata del fiume Brenta rispetto all’ultimo periodo caratterizzato dalla siccità. La strada di accesso al ponte che parte dall’isolotto Pusterla è stata quindi quasi completamente sommersa dalle acque e si è temuto per la tenuta del monumento. Del resto, le brentane sono il nemico pubblico numero uno per il Comune e per la Nico Vardanega Costruzioni. È proprio per questo che per i lavori in alveo si sono scelte la finestra estiva e quella invernale, perché solitamente è nelle altre stagioni che le precipitazioni si fanno più abbondanti. Domenica, però, è andato in scena un evento che il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo non esita a definire «eccezionale».

«Il Brenta è salito da 70 centimetri a 140 nel giro di un paio d’ore - afferma - sfiorando quindi la soglia di preallarme, che scatta a 160 centimetri. Non si sono comunque verificati danni al monumento o disagi al cantiere».

La bomba d’acqua ha allagato l’area attorno alla prima stilata, che era stata prosciugata nei giorni precedenti per consentire le prime analisi sullo stato dei legni dei piloni. Ora occorrerà liberarla nuovamente dall’acqua, ma a parte questo danni maggiori sono stati scongiurati grazie alla prudenza della ditta, che aveva rimosso le pompe di prosciugamento proprio per evitare che venissero fagocitate dal maltempo.

«Non abbiamo avuto particolari danni - riferisce il patron dell’azienda, Giannantonio Vardanega -. Si è allagata l’area attorno alla stilata uno: la risistemeremo. In queste ore valuteremo se sia necessario alzare già un po’ la tura». In realtà, maltempo o meno, la tura, cioè la mini-diga di massi e terra che sbarra il fiume nella zona dei lavori, andrà comunque obbligatoriamente alzata di circa mezzo metro, in modo da poter procedere in sicurezza con il restauro vero e proprio delle stilate. È probabile che i lavori vengano svolti già questa settimana, ma tutto dipenderà dalle condizioni meteo. Le previsioni segnalano infatti altre precipitazioni per domani. In queste ore i tecnici si stanno perciò confrontando sul cronoprogramma. «Non è mai stato un mistero che questo cantiere sia piuttosto complicato - prosegue l’assessore Campagnolo -. Siamo e saremo sempre condizionati dal comportamento del fiume, che è a regime torrentizio, e dai bacini a nord».

Enrico Saretta

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