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«Ponte, urge la variante»
E contro la Vardanega
mosse altre contestazioni

Il monumento visto dal cantiere dell’isolotto Pusterla CECCONUna veduta del Ponte degli Alpini: tra le questioni che preoccupano,   l’“appoggio” agli edifici sulle sponde
Il monumento visto dal cantiere dell’isolotto Pusterla CECCONUna veduta del Ponte degli Alpini: tra le questioni che preoccupano, l’“appoggio” agli edifici sulle sponde
Il monumento visto dal cantiere dell’isolotto Pusterla CECCONUna veduta del Ponte degli Alpini: tra le questioni che preoccupano,   l’“appoggio” agli edifici sulle sponde
Il monumento visto dal cantiere dell’isolotto Pusterla CECCONUna veduta del Ponte degli Alpini: tra le questioni che preoccupano, l’“appoggio” agli edifici sulle sponde

Nuovi retroscena sul Ponte degli Alpini. Altre contestazioni alla Vardanega e l’ombra di uno scontro con Nardini rendono sempre più “caldo” l’autunno del principale cantiere della città. Ora all’indirizzo del sindaco di Bassano Riccardo Poletto e dell’assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo è arrivata una nuova, circostanziata lettera che una squadra di esperti ha protocollato ieri in Comune. Un documento con il quale architetti e ingegneri riuniti nel comitato “Amici del Ponte” tornano a contestare da una parte le scelte progettuali e dall’altra il mancato avanzamento dei lavori di restauro e mettono in dubbio le rassicurazioni più volte fornite da Campagnolo.

La lettera è firmata da Alessandro Guarnieri, ingegnere strutturista, dagli ex professori dello Iuav di Venezia Franco Laner e Enzo Siviero, dagli architetti Pino Massarotto e Fabio Sbordone e dal geometra Fabio Pilati, ex responsabile del cantiere del ponte durante il restauro del 1990, riuniti nel comitato Amici del Ponte. Sono da sempre tra i professionisti più critici nei confronti del progetto in essere. Ma rivelano anche che molti lavori svolti sinora dalla ditta Vardanega sarebbero stati eseguiti in difformità rispetto al progetto approvato: di conseguenza, la direzione lavori e il responsabile unico del procedimento del Comune avrebbero nuovamente contestato inadempienze all’azienda trevigiana.

Del resto, è innegabile che sinora sul ponte non si sia visto un profluvio d’interventi. L’estate, in sostanza, è trascorsa con la costruzione delle strade e delle ture sul Brenta (ora rimosse) e con una serie di puntellamenti e carotaggi, in particolare per testare la tenuta delle cosiddette “spalle” del ponte, e cioè le murature sul lato Nardini e quelle dalla parte di Angarano. Il progetto prevede il loro collegamento attraverso una trave reticolare sotto il pavimento e l’infissione di tiranti precompressi: per gli esperti, però, le spalle non sarebbero idonee a sopportare nuovi carichi. Un tema su cui anche Nardini ha chiesto chiarimenti.

Il documento degli esperti bassanesi passa poi in rassegna una serie di punti critici dei lavori: dalle ture ai rostri, alle travi di soglia all’impalcato. Sul banco degli imputati sale pure l’ormai celebre ponte “bailey”, la struttura di acciaio prevista nel progetto per sollevare il monumento dall’alto e la cui introduzione è già stata contestata dalla ditta Vardanega. Su questo punto, quindi, la visione degli esperti combacia con quella dell’azienda e va contro a quella del progettista Claudio Modena. Per ciascun punto, però, il documento indica soluzioni alternative che, propongono gli esperti, potrebbero essere messe in atto con una variante da valutare ed eventualmente varare in questo periodo di stasi dei lavori.

Nei prossimi giorni il comitato invierà una relazione al Ministero e alla Soprintendenza, facendo presente le sue teorie e nella speranza che gli enti si attivino per fare luce sulla lentezza delle operazioni di restauro.

Enrico Saretta

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