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Ponte, una crepa nel pavimento Domani i controlli

Non c’è pace per il monumento palladiano simbolo della cittàIl piano di calpestio del ponte degli Alpini con la fessura di tre centimetri e mezzo apertasi negli ultimi tempi FOTO CECCON
Non c’è pace per il monumento palladiano simbolo della cittàIl piano di calpestio del ponte degli Alpini con la fessura di tre centimetri e mezzo apertasi negli ultimi tempi FOTO CECCON
Non c’è pace per il monumento palladiano simbolo della cittàIl piano di calpestio del ponte degli Alpini con la fessura di tre centimetri e mezzo apertasi negli ultimi tempi FOTO CECCON
Non c’è pace per il monumento palladiano simbolo della cittàIl piano di calpestio del ponte degli Alpini con la fessura di tre centimetri e mezzo apertasi negli ultimi tempi FOTO CECCON

Una fessura sul pavimento fa crescere la preoccupazione per il Ponte degli Alpini. Un’apertura tra il piano di calpestio e la giuntura della spalla ovest, larga tre centimetri e mezzo nel punto più ampio, da cui si può vedere chiaramente il Brenta scorrere in fondo. A notare la crepa sono stati in molti in questi giorni e la cosa ha contribuito ad aumentare il tam tam e la tensione in città per le condizioni del monumento. Il sindaco Riccardo Poletto ha annunciato un sopralluogo per domani: «Manderemo i tecnici a verificare la situazione - afferma -. Può essere che si sia spostata una parte del tavolato. È necessario quindi mettere in sicurezza il pavimento per evitare che qualcuno possa inciampare e farsi male». Sempre per domani è atteso il sospirato via libera ai lavori di somma urgenza per la terza e quarta stilata: «Sto chiedendo ai tecnici di fare il più in fretta possibile», dichiara il sindaco. Intanto il comitato degli Amici del Ponte, capitanato dall’architetto Pino Massarotto, torna alla carica con una lettera spedita direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli e al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli: «Il progetto di restauro del Ponte si sta, come previsto, autodistruggendo, manifestando la propria irrealizzabilità - scrivono gli Amici del Ponte nella lettera, inviata anche a Luca Zaia, all’Anac e al presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco -. L’Amministrazione però non vuole rendersene conto, e, avendo legato le sue sorti a questo progetto, continua a difenderlo con cieca pervicacia. In quasi tre anni questa Amministrazione è riuscita a spendere oltre due milioni e mezzo di euro in incarichi professionali, opere di puntellazione, lavori di massima urgenza e monitoraggi senza riuscire a piantare un chiodo, dimostrandosi assolutamente incapace di gestire questo restauro». Secondo Massarotto, inoltre, i lavori di somma urgenza non sarebbero poi così urgenti. «La trave di soglia della terza stilata è stata imbragata e messa in sicurezza nel 2016 e le colonne della terza e quarta stilata hanno 70 anni contro i 200 delle prime due, quindi sono sicuramente meno deteriorate - afferma -. Riteniamo che il ponte oggi non corra più rischi di quelli corsi negli ultimi anni, per cui abbiamo invitato l’Amministrazione a riconsiderare la scelta fatta». Anche gli Amici del Ponte chiedono la nomina di un commissario straordinario per la gestione dei lavori. Poletto ribatte: «Un commissario interviene quando l’Amministrazione è immobile, e non è il nostro caso, anzi - afferma Poletto -. Sui due milioni che secondo Massarotto avremmo speso, si assumerà la responsabilità di quello che dice. Un conto è spendere, un conto è prenotare impegni di spesa e comunque non abbiamo mai speso cifre simili. Anzi, avremmo speso molto di più se la progettazione fosse stata esterna». Il sindaco respinge anche le affermazioni più tecniche: «E’ inaccettabile che fior di progettisti di fama mondiale e autorità istituzionali vengano messe sullo stesso piano del primo professionista che gira per la città urlando che il progetto non gli piace. Ne va della dignità professionale». •

Enrico Saretta

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