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Ponte senza pace
Esposto in Procura
degli “irriducibili”

Il Ponte degli Alpini in restauro visto dall’alto FOTO CECCONGiuseppe Rosato (da Facebook)
Il Ponte degli Alpini in restauro visto dall’alto FOTO CECCONGiuseppe Rosato (da Facebook)
Il Ponte degli Alpini in restauro visto dall’alto FOTO CECCONGiuseppe Rosato (da Facebook)
Il Ponte degli Alpini in restauro visto dall’alto FOTO CECCONGiuseppe Rosato (da Facebook)

Altro attacco sulla gestione del restauro del Ponte. Adesso si passa al fronte penale, con un esposto depositato in Procura dall’avvocato Emma Bergamin, sottoscritto da una settantina di cittadini, rappresentati dal geometra Giuseppe Rosato, che chiedono vengano chiariti alcuni punti cruciali. Nel mirino la scelta del progetto «che sconvolgerebbe la struttura del monumento», gli «smembramenti degli appalti» e gli affidamenti degli incarichi oltre che dei lavori, che secondo i firmatari sarebbero stati avvallati «senza passare per il bando europeo che ha portato al contratto diretto con l’impresa Vardanega tutti i contenziosi successivi con dispendio di tempo, denaro e di immagine della città».

Oltre alla Procura di Vicenza, nella lista dei destinatari a cui è stato spedito il documento ci sono anche di nuovo la Procura generale della Corte dei Conti e poi il Prefetto, il presidente della Regione Luca Zaia, il ministro dei Beni culturali Dario Francschini, il difensore civico regionale e l’Anac. Alla magistratura si chiede di «accertare l’operato dell’Amministrazione, per valutare se sussistano eventuali illiceità imputabili».

Cinque i punti evidenziati. Il primo riguarda la progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva: i firmatari ritengono che «l’Amministrazione non avrebbe dovuto agire attraverso un unico progetto di intervento, estremamente invasivo e strutturalmente sconvolgente, ma sarebbe stato preferibile indire una gara di progettazione, con soluzioni alternative, più rispettose del modello strutturale del Ponte e della sua storia». Poi ci sono le modalità di affidamento dei lavori di somma urgenza, estrapolati dal progetto esecutivo principale posto a base di gara: si chiede di verificare la legittimità di tutti i passaggi di frazionamento dei lavori a base di appalto, in particolare quelli per le lavorazioni di somma urgenza e propedeutici. Si torna alla carica anche sul progetto esecutivo, a partire dal modello strutturale fino agli interventi sulle pile, sulle spalle, sull’impalcato e sulle ture, tanto che si chiede la nomina di un nuovo esperto terzo, «in grado di valutare sia la sicurezza del Ponte che degli operatori e del pubblico». Chieste dettagliate verifiche sulle modalità di gestione dell’intera opera e degli appalti «e sulle ben 18 determine di affidamento degli incarichi tecnici e legali di importo netto sempre inferiori a 40 mila euro». Infine non poteva mancare la modalità di affidamento dei lavori, per i quali si chiede anche di verificare se «l’Amministrazione e/o il seggio di gara siano da ritenersi responsabile di un danno erariale», considerando anche i costi dei lavori urgenti di messa in sicurezza, conseguenti al prolungamento dei tempi dell’effettivo inizio dei lavori».

Francesca Cavedagna

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