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Ponte, nuovi guai
Le opposizioni:
«Lavori da rifare»

Da sinistra,  Bizzotto,  Marin,  Zonta e Savona FOTO CECCONOperai della Vardanega al lavoro sul Ponte degli Alpini: è un quadro apocalittico quello descritto dalla relazione presentata dall’impresa
Da sinistra, Bizzotto, Marin, Zonta e Savona FOTO CECCONOperai della Vardanega al lavoro sul Ponte degli Alpini: è un quadro apocalittico quello descritto dalla relazione presentata dall’impresa
Da sinistra,  Bizzotto,  Marin,  Zonta e Savona FOTO CECCONOperai della Vardanega al lavoro sul Ponte degli Alpini: è un quadro apocalittico quello descritto dalla relazione presentata dall’impresa
Da sinistra, Bizzotto, Marin, Zonta e Savona FOTO CECCONOperai della Vardanega al lavoro sul Ponte degli Alpini: è un quadro apocalittico quello descritto dalla relazione presentata dall’impresa

Maggioranza, opposizione e impresa costruttrice: da ieri ognuna ha una verità diversa sui restauri del Ponte e il futuro del monumento si tinge di giallo. Ad accendere la miccia, una relazione depositata in Comune dalla ditta incaricata dei lavori, la “Nico Vardanega” di Possagno: oltre trenta pagine di osservazioni che dipingono uno scenario apocalittico. Dai calcoli del progetto, agli interventi a cornice, non si salverebbe nulla dell’attuale impianto.

«Il modello dichiarato dai progettisti – comincia la relazione – non rappresenta la situazione reale. E’ necessario rivedere i calcoli strutturali». E neppure l’intervento sulle stilate se la passerebbe troppo bene: «I pilastri che sostengono l’impalcato sono in condizioni di estremo pericolo e le riduzioni in termini di peso disposte sono del tutto irrilevanti». Non solo: per la relazione le attività di somma urgenza già messe in atto sarebbero state addirittura un rimedio peggiore del male e abbinate ad altri errori di calcolo impedirebbero di sviluppare i lavori secondo il progetto originario.

Se tutto questo non bastasse, i tecnici della Vardanega proseguono nella loro analisi: «La trave reticolare da inserire sotto la pavimentazione trasmetterebbe le sollecitazioni alle case sui due lati del Ponte, con rischi di crollo già durante l’attività di cantiere».

A chiudere il quadro, altri rischi legati alla trave reticolare («potrebbe sollecitare in modo anomalo la pavimentazione, danneggiandola irreparabilmente») e alle opere di sbarramento (le cosiddette “ture”) per avviare il cantiere in alveo: «In caso di piena anche di portata ridotta o di momentanea interruzione del sistema di pompaggio ci saranno rischi evidenti per il personale al lavoro o per la tenuta delle lavorazioni».

L’amministrazione comunale (servizio a fianco) responge al mittente tutte le osservazioni, definendole «infondate». Ma il centrodestra congiunto chiede spiegazioni immediate. «Qui i lavori procedono al rallentatore – si infiamma il capogruppo di “Impegno per Bassano” -, Roberto Marin, e c’è un documento che mette in discussione addirittura il progetto. Il rischio è che salti tutto, ma l’Amministrazione si preoccupa solo di togliere le tegole e di lanciare un’ app per telefonino. Non va per niente bene: ci vogliono un chiarimento immediato con la ditta appaltatrice e risposte serie alla città».

Andrea Zonta di “Bassano Congiunta”, ipotizza i prossimi sviluppi: «La relazione evidenzia una serie di problemi gravi sui quali l'amministrazione ha il dovere di rispondere. Al limite, assumendosi ogni responsabilità con un ordine di servizio che obblighi la ditta a lavorare. Un nuovo stallo non sarebbe assolutamente accettabile».

Lega Nord e Forza Italia intervengono evidenziando preoccupazioni per il rispetto del cronoprogramma e per la sicurezza dei pedoni. Tamara Bizzotto si chiede «che fine farà l’agenda indicata dal sindaco. Qui va tutto a rotoli, altro che restauri in tempi rapidi». «E i passanti? – chiude il forzista Alessio Savona -. La relazione parla di rischi per l’incolumità dei cittadini. E se il Ponte, come lascia intendere Vardanega, crollasse?».

Al netto della plausibilità o meno dello scenario ipotizzato, restano i timori per il rispetto dei tempi. E quando nei giorni scorsi il sindaco Riccardo Poletto parlava di «rapporti altalenanti» con la ditta di Possagno, si riferiva anche alla difficoltà nel far rispettare le scadenze dei lavori. Una difficoltà della quale presto il governo cittadino chiederà conto.

Lorenzo Parolin

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