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Ponte, nuovi esami
S. Chiara: scontro
con l’assicurazione

Il cantiere del futuro Polo museale Santa Chiara FOTO CECCON
Il cantiere del futuro Polo museale Santa Chiara FOTO CECCON
Il cantiere del futuro Polo museale Santa Chiara FOTO CECCON
Il cantiere del futuro Polo museale Santa Chiara FOTO CECCON

C’è il Ponte degli Alpini, dove le analisi sullo stato dei legni sembrano non finire mai, e c’è il Polo museale Santa Chiara, per il quale la variante al progetto ha contribuito a far lievitare i costi dell’opera di circa mezzo milione di euro. Per i due cantieri più importanti della città si prospetta un “autunno caldo”.

PONTE DEGLI ALPINI. I prossimi mesi, quando solitamente la portata del Brenta è più abbondante, saranno utilizzati per sottoporre il ponte a una nuova serie di analisi. L’Amministrazione, infatti, ha affidato alla ditta Expin di Padova l’esecuzione di indagini sperimentali sui legni del monumento, al fine di conoscere il loro stato di degrado. Saranno quindi effettuati rilievi su ogni stilata, per una spesa complessiva di 15 mila euro. Si tratta comunque di soldi già previsti nell’appalto iniziale. Resta il fatto che, come afferma l’assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo, questi lavori si sono resi necessari per svolgere ulteriori approfondimenti sulla struttura del monumento.

«Evidentemente, i tecnici del Comune hanno ritenuto che le analisi sui legni svolte dalla Vardanega non fossero sufficienti - riferisce - e di conseguenza si è deciso di svolgerne altre. Questi rilievi servono infatti per capire quali pezzi di legno vadano sostituiti e quali no, anche in virtù del valore storico di ciascuno». Oltre all’analisi sui legni, quest’autunno sarà svolta anche un’attività di recupero ittico nell’alveo del fiume, a cura dell’associazione Bacino Acque Fiume Brenta. Spesa totale 5mila euro, già previsti nel quadro dell’appalto.

POLO SANTA CHIARA. Il costo totale della variante al progetto del museo è pari a 626.670 euro. Una somma necessaria per risolvere i vizi occulti del cantiere, di cui la direzione dei lavori ha imputato la responsabilità alle ditte che per prime hanno iniziato i lavori, l’Adico di Maser e la Termoidraulica Sbrissa di Loria, salvo poi abbandonarli per il fallimento della prima. Ad accorgersi dei difetti di cantiere è stata la ditta subentrata, e cioè sempre la Vardanega. Il Comune, dal canto suo, il 19 maggio di quest’anno ha intimato alla società assicuratrice, la Coface Assicurazioni, di adempiere al pagamento della polizza fideiussoria, entro 15 giorni dalla presentazione della richiesta. L’assicurazione ha risposto picche, ritenendo la cauzione estinta. Si è resa però disponibile a versare una somma pari a 251 mila euro. Il Comune non ha accettato. Anzi, a fine luglio ha intimato all’assicurazione di pagare l’intera somma, dandole altri 15 giorni di tempo per rispondere. Ad oggi, l’Amministrazione non ha avuto alcun riscontro. Ci sono stati soltanto dei contatti con l’avvocato dell’assicurazione, il quale, paventando la possibile estinzione della cauzione, ha cercato di trattare una ulteriore riduzione della somma. Ecco quindi che il Comune si è consultato con i suoi legali e alla ha deciso di far scattare il ricorso per decreto ingiuntivo, per ottenere il pagamento della cauzione. A difendere il Comune sarà l’avvocato Pierfrancesco Zen di San Martino di Lupari. Tra incarico legale e spese di domiciliazione, il Comune spenderà 8 mila euro.

Enrico Saretta

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