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Ponte, missione compiuta La riapertura è scattata con un giorno d’anticipo

Floriano Perini (Inco), l’ing. Gianni Michelon e Roberto Valentini (C9)La riapertura del Ponte al passaggio dei pedoni alle 18 di ieriIl cantiere del Ponte raddrizzato. In primo piano alcune travi ammalorate FOTO GIANCARLO  CECCON
Floriano Perini (Inco), l’ing. Gianni Michelon e Roberto Valentini (C9)La riapertura del Ponte al passaggio dei pedoni alle 18 di ieriIl cantiere del Ponte raddrizzato. In primo piano alcune travi ammalorate FOTO GIANCARLO CECCON
Floriano Perini (Inco), l’ing. Gianni Michelon e Roberto Valentini (C9)La riapertura del Ponte al passaggio dei pedoni alle 18 di ieriIl cantiere del Ponte raddrizzato. In primo piano alcune travi ammalorate FOTO GIANCARLO  CECCON
Floriano Perini (Inco), l’ing. Gianni Michelon e Roberto Valentini (C9)La riapertura del Ponte al passaggio dei pedoni alle 18 di ieriIl cantiere del Ponte raddrizzato. In primo piano alcune travi ammalorate FOTO GIANCARLO CECCON

Missione compiuta. Il Ponte degli Alpini è stato riallineato e già ieri sera bassanesi e visitatori sono tornati a camminare su un pavimento dritto come non si vedeva da tempo. Nel pomeriggio è terminata la complessa operazione di sollevamento iniziata martedì mattina, che ha visto il recupero di ben 48 centimetri di cedimento del legno sulla stilata 2 e di 28 centimetri sulla stilata 1. L’intervento, eseguito in collaborazione tra la ditta Inco di Pergine e la C9 Costruzioni di Bolzano, è terminato con un giorno di anticipo sul previsto, tanto che alle 18 di ieri il ponte è stato riaperto. A mezzogiorno, l’ingegnere della C9 che ha eseguito materialmente il sollevamento, Roberto Valentini, aveva spento la centralina oleodinamica che per 24 ore aveva dato forza ai maxi-cric appoggiati sotto l’impalcato. «È andato tutto bene - ha riferito soddisfatto -. Un lavoro del genere è il nostro pane quotidiano». Oggi la C9 andrà sulla A22 per eseguire dei lavori su due viadotti. Il Ponte resterà nelle mani della Inco e del suo consulente, l’ingegner Gianni Michelon. È lui il progettista della variante che ha convinto il Comune a preferire la soluzione del sollevamento dal basso a quella del ponte bailey proposta all’inizio dal professor Claudio Modena. «Il sollevamento dal basso ci ha permesso di applicare i sollevatori, cioè i martinetti, dove effettivamente servivano - spiega l’ingegnere -. Abbiamo proceduto lentamente, eseguendo controlli ogni 2-3 centimetri». Il successo dell’operazione si ripercuoterà positivamente anche sul sollevamento delle altre due stilate, la 3 e la 4, che avverrà presumibilmente a fine 2019. «Considerate le quote raggiunte con questo intervento - riferisce l’ingegnere - le stilate 3 e 4 saranno sollevate molto poco». Nonostante il ponte sia già stato riaperto, sarà necessario limitare gli assembramenti di persone sopra di esso. In fondo, al monumento mancano due stilate ed è sorretto da due “stampelle” di acciaio. «Il passaggio delle persone viene ridotto posizionando delle transenne ai lati - afferma Michelon -. Per i pedoni lo spazio è di circa 2-3 metri». Anche se l’operazione è stata un successo, l’ingegnere si mantiene prudente: «Era importante che il sollevamento andasse bene - chiude - ma il vero e proprio restauro comincia adesso». •

Enrico Saretta

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