Missione compiuta. Il Ponte degli Alpini è stato riallineato e già ieri sera bassanesi e visitatori sono tornati a camminare su un pavimento dritto come non si vedeva da tempo. Nel pomeriggio è terminata la complessa operazione di sollevamento iniziata martedì mattina, che ha visto il recupero di ben 48 centimetri di cedimento del legno sulla stilata 2 e di 28 centimetri sulla stilata 1. L’intervento, eseguito in collaborazione tra la ditta Inco di Pergine e la C9 Costruzioni di Bolzano, è terminato con un giorno di anticipo sul previsto, tanto che alle 18 di ieri il ponte è stato riaperto. A mezzogiorno, l’ingegnere della C9 che ha eseguito materialmente il sollevamento, Roberto Valentini, aveva spento la centralina oleodinamica che per 24 ore aveva dato forza ai maxi-cric appoggiati sotto l’impalcato. «È andato tutto bene - ha riferito soddisfatto -. Un lavoro del genere è il nostro pane quotidiano». Oggi la C9 andrà sulla A22 per eseguire dei lavori su due viadotti. Il Ponte resterà nelle mani della Inco e del suo consulente, l’ingegner Gianni Michelon. È lui il progettista della variante che ha convinto il Comune a preferire la soluzione del sollevamento dal basso a quella del ponte bailey proposta all’inizio dal professor Claudio Modena. «Il sollevamento dal basso ci ha permesso di applicare i sollevatori, cioè i martinetti, dove effettivamente servivano - spiega l’ingegnere -. Abbiamo proceduto lentamente, eseguendo controlli ogni 2-3 centimetri». Il successo dell’operazione si ripercuoterà positivamente anche sul sollevamento delle altre due stilate, la 3 e la 4, che avverrà presumibilmente a fine 2019. «Considerate le quote raggiunte con questo intervento - riferisce l’ingegnere - le stilate 3 e 4 saranno sollevate molto poco». Nonostante il ponte sia già stato riaperto, sarà necessario limitare gli assembramenti di persone sopra di esso. In fondo, al monumento mancano due stilate ed è sorretto da due “stampelle” di acciaio. «Il passaggio delle persone viene ridotto posizionando delle transenne ai lati - afferma Michelon -. Per i pedoni lo spazio è di circa 2-3 metri». Anche se l’operazione è stata un successo, l’ingegnere si mantiene prudente: «Era importante che il sollevamento andasse bene - chiude - ma il vero e proprio restauro comincia adesso». •