«Ponte, lavori al minimo Perduti tempo e denaro» Vardanega sotto accusa

«Ad oggi manca ancora il 90% dei lavori». Un vero e proprio “processo” alla Vardanega è andato in scena ieri sera alla commissione consiliare dedicata al Ponte degli Alpini. Il vertice tra Amministrazione, tecnici del Comune e minoranze ha messo letteralmente sotto accusa la ditta trevigiana. È emerso che a poco più di anno alla scadenza fissata per il termine dell’intervento, giugno 2019, l’azienda non ha eseguito nemmeno la metà dei lavori previsti dal progetto. Anzi, la situazione, come espresso dai consilieri di minoranza, è «drammatica». IL RITARDO. L’assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo ha srotolato davanti ai consiglieri la tavola con il cronoprogramma che la Vardanega avrebbe dovuto svolgere dal 2 marzo 2017 ad oggi. Un programma che prevedeva la realizzazione di opere sostanziali quali la preparazione degli elementi lignei in officina, la realizzazione della trave reticolare in acciaio inox, il posizionamento delle travi trasversali. Tutte opere che però, come dichiarato dai tecnici del Comune Walter Stocco e Diego Pozza, «non sono pervenute». E dire che fra due mesi dovrebbe iniziare lo sbancamento del cantiere. «Le attività della ditta in un anno sono nettamente inferiori rispetto al cronoprogramma - ha spiegato Campagnolo -. Lo scorso inverno era prevista una serie di opere che non sono state eseguite. Ad oggi, manca ancora il 90% dei lavori». In sintesi, l’azienda avrebbe dovuto svolgere opere per 1,8 milioni di euro. Tra puntellamenti e analisi varie, però, al momento ha eseguito lavori per circa 100 mila euro, come puntualizzato dal responsabile unico del procedimento Diego Pozza. Tutto questo a fronte degli 800 mila euro che sono stati versati a Vardanega come anticipo. «Siamo agli sgoccioli - ha affermato il consulente esterno del Comune, Gianmaria De Stavola -. Bisognerà capire come l’azienda intenda sfruttare la prossima finestra utile per i lavori in alveo, quella estiva». LO SCENARIO. È proprio questo il punto decisivo: come Vardanega intenda recuperare il tempo perduto e fare tutto in un anno. «Abbiamo chiesto all’azienda come intenda rispettare le scadenze contrattuali - ha affermato Campagnolo - e siamo in attesa di una risposta». Una volta che Vardanega risponderà, l’Amministrazione deciderà come muoversi. La situazione è estremamente delicata. Basti pensare che in commissione è spuntato anche il sindaco Riccardo Poletto, il quale ha lasciato intendere che lo spettro di una risoluzione del contratto non è poi così lontano. «Abbiamo assistito da parte dell’azienda a dei comportamenti pesantemente inadeguati - ha detto -. La rescissione contrattuale potrebbe ora sembrare una scelta inesorabile, ma il problema è che il contenzioso giudiziario potrebbe avere esiti imprevedibili. Potrebbe risultare complicato dimostrare al giudice che siamo in presenza di un risultato irrecuperabile. Comunque, non è che noi stiamo aspettando di chiudere il contratto: piuttosto, siamo in attesa di un miracolo». In sostanza, quindi, o Vardanega presenterà delle soluzioni per restaurare le quattro stilate in meno di un anno, oppure si finirà in tribunale. Ma pure qui, una partita tutta da giocare, gli esiti sono altrettanto imprevedibili. • © RIPRODUZIONE RISERVATA