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Ponte, la grana dei pali Torna l’ipotesi-Bailey Due mesi per decidere

Il Ponte degli Alpini visto dall’alto: cantiere fermo fino a giugnoUn primo piano dei rostri malconci, ma ci sono anche pali di cemento male allineati. FOTO CECCON
Il Ponte degli Alpini visto dall’alto: cantiere fermo fino a giugnoUn primo piano dei rostri malconci, ma ci sono anche pali di cemento male allineati. FOTO CECCON
Il Ponte degli Alpini visto dall’alto: cantiere fermo fino a giugnoUn primo piano dei rostri malconci, ma ci sono anche pali di cemento male allineati. FOTO CECCON
Il Ponte degli Alpini visto dall’alto: cantiere fermo fino a giugnoUn primo piano dei rostri malconci, ma ci sono anche pali di cemento male allineati. FOTO CECCON

Due mesi per trovare una soluzione. Due mesi per decidere come sollevare il Ponte degli Alpini e, soprattutto, per capire come inserire quella benedetta trave reticolare in acciaio inox sulle fondamenta. Nel mezzo, l’ultimatum ancora in piedi nei confronti della Vardanega, con l’Amministrazione che aveva tuonato di voler vedere due stilate restaurate entro la metà di aprile. Ora, però, l’avvio dei lavori veri e propri slitta a giugno. Intanto, l’azienda e il nuovo consulente tecnico del Comune, l’ingegnere Gianmaria De Stavola, stanno cercando di capire come risolvere un nuovo rebus che riguarda le fondamenta. «Durante i lavori del 1990 erano stati realizzati otto pali in cemento armato per ciascuna stilata, quattro da una parte e quattro dall’altra - afferma De Stavola -. La posizione di questi pali, però, è casuale e non è indicata nei disegni dell’epoca. Di conseguenza, non si sa dove si trovino esattamente le cosiddette “teste di palo”, nelle quali va inserita la trave reticolare». Non si tratterebbe comunque di una “sorpresa” vera e propria, perché già nel progetto originario è stato previsto che l’esatta ubicazione dei pali si sarebbe scoperta soltanto una volta messo in asciutto il fiume. Di conseguenza, servono ora dei rilievi topografici per capire esattamente la posizione di questi pali e decidere come intervenire. Nonostante fosse di fatto prevista, la situazione trovata ha creato lo stesso diversi grattacapi all’azienda incaricata del restauro. «La disposizione di questi pali è complicata, e sostanzialmente non simmetrica rispetto alle stilate - afferma Giannantonio Vardanega -. Stiamo quindi valutando la soluzione migliore per inserire la trave». Una soluzione che prevede ovviamente il sollevamento del ponte. E qui rispunta la famosa ipotesi dell’inserimento del “ponte Bailey”, prevista nel progetto iniziale a firma dell’ingegner Claudio Modena. Una soluzione da sempre contestata dall’azienda di Possagno, che preferirebbe sostenere il monumento dal basso, ma che secondo il super-consulente De Stavola a questo punto sarebbe più che opportuna. «Per il momento apprezzo quest’idea - afferma infatti l’ingegnere - perché a mio avviso può funzionare. Anche l’impresa si sta convincendo a percorrere questa strada». In realtà, Giannantonio Vardanega rimane sempre convinto che «il bailey potrebbe anche non servire». Resta il fatto però che, come conferma De Stavola, l’imprenditore non ha ancora ufficialmente presentato una soluzione alternativa per sostenere il Ponte degli Alpini dal basso. La partita, insomma, è complicata. Si attendono inoltre le mosse dell’Amministrazione, e cioè se terrà fede al suo ultimatum o se darà ancora una chance a Vardanega. Come ha già avuto modo di affermare l’assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo, tutto questo dipenderà anche e soprattutto dalle soluzioni che l’azienda presenterà nelle prossime settimane. •

Enrico Saretta

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