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Ponte, l’ira di Angarano «Siamo tagliati fuori Serviva una passerella»

L’erosione dell’intonaco affiorata sotto la sede degli AlpiniTronchi e detriti portati dalla piena rimasti incagliati sui rostri del Ponte FOTO  CECCON
L’erosione dell’intonaco affiorata sotto la sede degli AlpiniTronchi e detriti portati dalla piena rimasti incagliati sui rostri del Ponte FOTO CECCON
L’erosione dell’intonaco affiorata sotto la sede degli AlpiniTronchi e detriti portati dalla piena rimasti incagliati sui rostri del Ponte FOTO  CECCON
L’erosione dell’intonaco affiorata sotto la sede degli AlpiniTronchi e detriti portati dalla piena rimasti incagliati sui rostri del Ponte FOTO CECCON

Una città tagliata in due. Borgo Angarano sta passando un ponte di Ognissanti completamente diverso rispetto ai “vicini” del quartiere Centro storico. Con il Ponte degli Alpini chiuso, il rione della destra Brenta è letteralmente tagliato fuori dal movimento dei giorni di festa. Bastava farsi un giro la sera di Halloween per rendersene conto: da una parte il centro storico invaso da centinaia di persone, zucche e festoni, mentre dall’altra Angarano languiva nel silenzio. Una situazione particolarmente difficile per i commercianti della zona, che trascorrono le ore senza veder entrare nessuno nei loro locali. «Siamo “morti”, completamente isolati - attacca Sandro Chiminello, gestore della taverna Al Ponte - Praticamente non viene nessuno. L’altra sera ho chiuso il bar alle 22,15: era inutile tenerlo aperto. Ma è da quando è stato chiuso il ponte domenica scorsa che la situazione va avanti così. L’unica soluzione sarebbe stata realizzare una passerella, almeno si sarebbe garantito il passaggio». Anche Riccardo Torre, del vicino negozio Dischi Ponte, sta passando giorni duri: «Gli unici visitatori che passano da queste parti sono quelli curiosi di andare a vedere il livello del Brenta - riferisce -. Per il resto, non c’è nessuno. La città è tagliata in due. Commercialmente, questa settimana è stata buttata via». Secondo Torre, la soglia di sicurezza fissata a 1,55 metri per le acque del Brenta è esagerata: «Abbiamo visto che il ponte ha risposto bene anche a una piena superiore ai 3 metri - prosegue -. Si potrebbe alzare il limite, portandolo almeno a 2 metri». Oggi per la riapertura del Ponte sarà una giornata decisiva. «Se le condizioni del fiume lo permetteranno, i tecnici del Comune effettueranno un controllo delle stilate - afferma il sindaco Riccardo Poletto -. Dopodiché, se tutto sarà in ordine, riapriremo. Comprendo i disagi di Angarano, ma al momento non ci sono alternative. Non possiamo riaprire il Ponte finché non torniamo sotto la soglia di sicurezza e non avremo eseguito le verifiche. Forse è un eccesso di prudenza, ma è sempre meglio essere sicuri». Ieri sono proseguiti i sopralluoghi della Protezione civile nelle zone più a rischio della città. La grande quantità di pioggia caduta in questi giorni è penetrata nei terreni creando situazioni potenzialmente pericolose soprattutto in collina e lungo le vie che costeggiano il Brenta. Il timore più grande è legato a eventuali smottamenti. Oltre agli argini del fiume, quindi, sono stati monitorati i quartieri Campese, S. Eusebio, Valrovina, Rubbio, San Michele, San Lazzaro e le località Vallerana e Contrà San Giorgio. La giornata di ieri, infatti, era classificata come allerta “arancione” per la rete idrica primaria e come allerta “rossa” per il rischio idrogeologico della rete dei canali secondari. Il Brenta ha continuato a mantenersi su livelli sostenuti, toccando la quota più bassa alle 11 (2,11 metri) per poi ricominciare a salire, arrivando a 2,39 metri a metà pomeriggio. •

Enrico Saretta

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