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Ponte, l’ira di Angarano Comune, acqua alla gola

Si complica ulteriormente il salvataggio del Ponte degli Alpini  CECCON
Si complica ulteriormente il salvataggio del Ponte degli Alpini CECCON
Si complica ulteriormente il salvataggio del Ponte degli Alpini  CECCON
Si complica ulteriormente il salvataggio del Ponte degli Alpini CECCON

Tensione alle stelle in via Matteotti per le condizioni del Ponte degli Alpini. L’Amministrazione sta lottando contro il tempo per trovare entro l’inizio della prossima settimana una ditta in grado di svolgere i lavori di somma urgenza. Ma la cosa si sta rivelando più difficile del previsto. Nel frattempo, quartiere Angarano insorge e chiede garanzie per non essere tagliato fuori dal centro della città a seguito delle prossime chiusure del monumento. LA RICERCA. Stando al cronoprogramma dell’ingegner Gianmaria De Stavola, progettista dei lavori di somma urgenza, le operazioni dovrebbero cominciare già la settimana prossima. La ditta incaricata avrà una finestra di cinque settimane per portarle a termine. Ma il primo problema sta proprio qui. Ad oggi, infatti, non è ancora stata trovata un’azienda con le qualifiche necessarie. «Sono previsti dei lavori subacquei molto complicati - afferma l’assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo - e non sono molte le ditte in Italia in grado di svolgerli. Speriamo di riuscire a trovare in fretta l’azienda adatta, altrimenti dovremo trovare altre soluzioni progettuali». Soluzioni che sarebbero affidate sempre a De Stavola. Quest’ultimo ha approntato il suo progetto dei lavori di somma urgenza prevedendo la chiusura del Ponte degli Alpini per un mese di fila, totale e continuata. «Noi non abbiamo ancora preso una decisione in tal senso, perché mancando l’azienda - riprende Campagnolo - non si può sapere come procederanno i lavori». Ma la situazione potrebbe essere addirittura più drammatica: «Se non troveremo in fretta la ditta, chiederemo a De Stavola di trovare altre soluzioni - spiega infatti il vicesindaco -. Potrebbe verificarsi uno scenario ancora più drastico, e cioè la chiusura del ponte fino a quando la Inco non inizierà il restauro vero e proprio nella prossima finestra invernale». Per più di due mesi, quindi. «La sicurezza ovviamente viene prima di tutto e le condizioni del ponte ci obbligano alla massima attenzione - riconosce Campagnolo -. Siamo seriamente preoccupati, ma stiamo lavorando senza sosta per trovare le soluzioni migliori». IL QUARTIERE. Nel frattempo, il divieto di accesso al ponte per un mese annunciato da De Stavola sul Giornale di Vicenza di ieri ha allarmato il presidente del comitato di quartiere Angarano, Gianni Castellan. «Non è pensabile chiudere il ponte senza predisporre adeguate misure per evitare di isolare il destra Brenta. - sdice - Come minimo, è necessario reintrodurre il servizio di bus navetta da Angarano al centro storico - afferma - ma per far fronte a una chiusura così prolungata sarebbe utile allestire una passerella sul fiume oppure un servizio traghetto». •

Enrico Saretta

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