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Ponte, il Comune chiede a Vardanega i danni d’immagine

La conferenza stampa in cui Vardanega contestava il ComuneIl Ponte degli Alpini, ora perennemente al centro anche di dispute giudiziarie: primi round tutti a favore del Comune FOTO CECCON
La conferenza stampa in cui Vardanega contestava il ComuneIl Ponte degli Alpini, ora perennemente al centro anche di dispute giudiziarie: primi round tutti a favore del Comune FOTO CECCON
La conferenza stampa in cui Vardanega contestava il ComuneIl Ponte degli Alpini, ora perennemente al centro anche di dispute giudiziarie: primi round tutti a favore del Comune FOTO CECCON
La conferenza stampa in cui Vardanega contestava il ComuneIl Ponte degli Alpini, ora perennemente al centro anche di dispute giudiziarie: primi round tutti a favore del Comune FOTO CECCON

«Quanto subìto in questi anni dalla città è profondamente ingiusto. Chiederemo il risarcimento per il grave danno d’immagine». La battaglia tra Amministrazione e Vardanega si annuncia infinita come il restauro del Ponte. La Giunta Poletto non ha intenzione di fermarsi al mezzo milione di euro di risarcimento danni stabilito dall’ordinanza del tribunale di Vicenza, che ha rigettato il ricorso di Vardanega contro il pagamento della polizza fideiussoria per i lavori non effettuati: vuole rincarare la dose prendendosi la rivincita sulle continue contestazioni dell’impresa nei suoi confronti, stroncate senza mezzi termini dalle motivazioni dell’ordinanza, e vedere se esistano i presupposti per un danno d’immagine alla città. Iniziativa ardita ma sulla quale non verrà lasciato nulla di intentato. Non è solo l’Amministrazione, però, a stringere la morsa attorno alla società di Possagno, oggi in liquidazione: nei suoi confronti, afferma, è partita anche una richiesta di pignoramento di alcuni creditori. CAUSA. L’assessore ai Lavori pubblici Roberto Campagnolo annuncia: da domani gli uffici del Comune saranno al lavoro per imbastire una causa nuova di zecca contro la società di Possagno. «Sono stati gli stessi giudici a ritenere che abbiamo subito un danno d’immagine - sostiene Campagnolo -. Ci attiveremo quindi con i professionisti più esperti. Crediamo sia un atto dovuto per la città». L’Amministrazione basa la sua convinzione su un passaggio dell’ordinanza nella quale i giudici dichiarano legittima l’escussione della cauzione per tutti i danni dichiarati. E il Comune, nella lista aveva inserito anche quelli di immagine. Ben altro, però, sarà dimostrarlo in un giudizio specifico. «Non abbiamo quantificato cifre - spiega Campagnolo - ma è nostra intenzione andare fino in fondo per un fatto di principio: c’è un tribunale che afferma che il lavoro dei nostri dirigenti è stato corretto». I giudici, nelle motivazioni, hanno promosso su tutta la linea l’operato dei funzionari del Comune, riconoscendo anche la bontà della loro ostinazione nel volerci vedere chiaro sulla natura dell’avvalimento tra la Vardanega e il consorzio Alma di Aversa. «È emerso altresì un ulteriore inadempimento - scrive infatti il tribunale - dovuto alla costante assenza del direttore tecnico dell’appaltatore». La Vardanega non è stata nemmeno in grado di chiarire la segnalazione proveniente dall’Agenzia delle entrate dalla quale risultavano «gravi violazioni rispetto agli obblighi relativi al pagamento di imposte e tassa, da parte di Alma, per un totale di 300mila euro». IL PIGNORAMENTO. Anche alcuni fornitori e creditori non hanno intenzione di farla passare liscia a Vardanega. Campagnolo ha affermato che la società alla quale Vardanega aveva subappaltato la costruzione delle ture ha avviato pratiche per la riscossione dei crediti, chiedendo un pignoramento. •

Enrico Saretta

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