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Ponte, i dubbi di Nardini
«Gli edifici rischiano»
«No, le spalle sono forti»

L’edificio dei Nardini, all’accesso est del monumento Una veduta del punto su cui poggerà la trave reticolare di sostegno del Ponte
L’edificio dei Nardini, all’accesso est del monumento Una veduta del punto su cui poggerà la trave reticolare di sostegno del Ponte
L’edificio dei Nardini, all’accesso est del monumento Una veduta del punto su cui poggerà la trave reticolare di sostegno del Ponte
L’edificio dei Nardini, all’accesso est del monumento Una veduta del punto su cui poggerà la trave reticolare di sostegno del Ponte

Le “spalle” del Ponte sono in grado di sostenere l’intervento di restauro? Un terremoto metterebbe a rischio la tenuta degli edifici vicini? A una relazione tecnica è affidata l’ardua sentenza.

Mentre tra Amministrazione comunale e Vardanega torna a salire la tensione per la mancata chiarezza sul procedere dei lavori, proprio in queste ore è arrivato sul tavolo dei Nardini il documento che la famiglia di distillatori attendeva da tempo, praticamente da quando sono partiti i lavori di restauro. Si tratta di una certificazione, prevista per legge, che riguarda l’impatto delle operazioni di restauro sugli edifici di proprietà dei Nardini che si trovano all’entrata est del monumento. Osservata speciale è in particolare la trave reticolare che, come previsto dal progetto, deve essere introdotta sotto la pavimentazione del Ponte Vecchio. Si tratta di una struttura in legno il cui inserimento è stato ritenuto necessario affinché le spinte che il ponte subisce, e cioè quelle causate dall’acqua, dal vento o da un’eventuale terremoto, vengano trasferite alle spalle del ponte, e cioè alle murature limitrofe. Si è posto quindi il problema sulla tenuta delle stesse spalle alle sollecitazioni, questione su cui i Nardini hanno preteso chiarezza sin dall’inizio. Del resto, i loro locali sono i primi a essere interessati da questa lavorazione.

La trave, infatti, ha un giunto che sostanzialmente deve appoggiarsi alle fondamenta degli edifici, da qui la delicatezza di un simile intervento. I Nardini hanno atteso la perizia per diverso tempo, ma il documento tardava ad arrivare a causa del dilatarsi delle tempistiche per i carotaggi. Sono stati quindi inviati dei solleciti al Comune. Una volta terminati i rilievi, i tecnici della ditta Vardanega hanno spedito i risultati a quelli del Comune, che li hanno consegnati agli ingegneri che stanno seguendo la vicenda per i Nardini. Ora che la relazione è arrivata, sarà attentamente vagliata dalla famiglia.

L’obiettivo dei Nardini è fugare ogni possibile dubbio in merito a eventuali cedimenti degli edifici una volta che la trave sarà introdotta e che saranno eseguite le altre operazioni in programma sull’impalcato. Dall’assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo arriva la garanzia che l’analisi ha dato esito positivo. «Emerge che le spalle sono in condizioni addirittura migliori rispetto a quanto previsto - afferma -. Stiamo comunque parlando di lavorazioni ancora distanti nel tempo e che riguardano soprattutto la tenuta antisismica del monumento. Al momento, però, mi preoccupa di più l’avanzamento dei lavori di restauro». I rapporti con la Vardanega, infatti, non sono del tutto risolti. Anzi. «Basti pensare all’allungarsi delle tempistiche per la consegna dei risultati sulla tenuta delle spalle, arrivata solo da poche settimane - prosegue l’assessore -. Per non parlare del fatto che la ditta trevigiana non ci ha ancora informato su come intende procedere per la sistemazione delle spalle stesse».

Enrico Saretta

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