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«Più coesione anche per migliorare la città»

Lo scatto con cui il fotografo  Cesare Gerolimetto ha voluto raccontare il lutto che ha colpito  la città
Lo scatto con cui il fotografo Cesare Gerolimetto ha voluto raccontare il lutto che ha colpito la città
Lo scatto con cui il fotografo  Cesare Gerolimetto ha voluto raccontare il lutto che ha colpito  la città
Lo scatto con cui il fotografo Cesare Gerolimetto ha voluto raccontare il lutto che ha colpito la città

«Non disperdere la coesione e le risorse positive emerse in questi giorni. Bassano si è dimostrata davvero comunità: è fondamentale continuare a esserlo per onorare nel migliore dei modi Luca».

È ancora tangibile in città lo sconcerto per la scomparsa del Luca Russo, il 25enne ucciso una decina di giorni fa nell’attentato terroristico di matrice islamista di Barcellona, e l’abate Andrea Guglielmi traccia alcune linee per il futuro.

«È singolare – riprende – come da un evento così doloroso da non avere le parole per descriverlo, possano emergere forze buone che fanno insieme da medicina e antidoto. Negli ultimi giorni Bassano si è scoperta unita: siamo scesi in strada per testimoniare la vicinanza alla famiglia di Luca e anche al funerale le migliaia di presenti hanno dato segno di compostezza e unità». Caratteristiche che secondo l’abate possono trovare una traduzione anche nella quotidianità. «Quanto è accaduto a Luca Russo – commenta – esce dall’ordinario e non trova spiegazione. La nostra natura di esseri umani, però, ci deve portare a ricavare il miglior insegnamento possibile anche da un dramma che fino a pochi giorni fa relegavamo ai telegiornali. Luca era tifoso del Torino e nel saluto in chiusura del funerale ho usato l’immagine del “quarto d’ora granata”, quello in cui la squadra di Mazzola si rimboccava le maniche e metteva in ordine le cose. La morte di questo ragazzo è la sveglia del nostro “quarto d’ora” e le cose da fare per la città non mancano».

Dall’amministrazione della città, al supporto alle fasce deboli, al contrasto a una crisi economica che non si schioda, i campi di intervento sono molteplici.

Superati i primi cento giorni alla guida di S. Maria in Colle, don Guglielmi aveva già parlato di una città dai due volti, capace di dedicare impegno ed energie al sociale e alla comunità, ma anche altrettanta spensierata e votata alla leggerezza. La ferita aperta dalla morte del giovane ingegnere pare aver saldato e integrato queste due dimensioni. E in questo senso commozione e dolore, anche durante la cerimonia funebre, sono riuscite a coesistere con la musica e con la propensione degli amici ventenni di guardare comunque al futuro. Il filo che lega le anime della comunità bassanese, però, è ancora molto sottile.

«Nei giorni scorsi – conclude il religioso -, alla ricerca delle parole per definire questo dramma, mi sono lasciato guidare da Italo Calvino: scriveva che il male può manifestarsi anche nella quotidianità e che per riconoscerlo ci vogliono attenzione e impegno. Sono stati due elementi cardine della vita di Luca, descritto come un leader, e se riusciremo a farli emergere dalla nostra rielaborazione del dolore, la morte assurda di questo nostro ragazzo potrà assumere un senso».

Lorenzo Parolin

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