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Paziente deceduto La Regione manda ispettori in ospedale

L’ospedale San Bassiano, dove il professionista è decedutoL’ingegner Domenico Zarpellon
L’ospedale San Bassiano, dove il professionista è decedutoL’ingegner Domenico Zarpellon
L’ospedale San Bassiano, dove il professionista è decedutoL’ingegner Domenico Zarpellon
L’ospedale San Bassiano, dove il professionista è decedutoL’ingegner Domenico Zarpellon

Francesca Cavedagna Ingegnere morto all’ospedale di Bassano, Zaia manda gli ispettori. Dopo l’inchiesta aperta dalla Procura di Vicenza sul decesso di Domenico Zarpellon, 70 anni, molto noto in città, spirato lo scorso 5 gennaio dopo una lungo ricovero, si è mossa anche la Regione. Ieri mattina il governatore del Veneto ha incaricato il direttore generale della sanità, Domenico Mantoan, di inviare gli ispettori regionali nel reparto di gastroenterologia del San Bassiano, con lo scopo di verificare approfonditamente la vicenda e di compiere valutazioni complessive sul reparto. «Gli esiti dell’ispezione, che mira a fare la massima chiarezza in totale trasparenza - fa sapere la Regione - saranno messi a disposizione della magistratura». I familiari dell’ingegnere hanno accolto positivamente questa novità, le figlie Barbara e Raffaella, ma tengono a precisare: «Non cerchiamo colpevoli, l’unica cosa che vogliamo è la verità». Per la famiglia Zarpellon ieri è stata una giornata difficile. Per l’intera mattinata i parenti dell’ingegnere sono rimasti in attesa dei primi esiti dell’esame autoptico disposto dal pubblico ministero Blattner, titolare del fascicolo aperto con l’accusa di omicidio colposo, che per ora, quale atto dovuto per permettergli di nominare un consulente che possa partecipare all’autopsia, vede iscritto sul registro degli indagati il primario del reparto, Gaetano Mastropaolo. All’esame autoptico, durato oltre due ore, hanno partecipato anche i consulenti di parte dell’Ulss 7 e dei parenti della vittima, che sono assistiti dall’avvocato Francesco Borsetta. «Da una prima sommaria analisi - spiega il legale - sembra, con tutte le dovute e necessarie riserve del caso, che la morte di Zarpellon sia stata causata da un’infezione diffusa dell’addome. I tempi però sono prematuri, questa è solo un’ipotesi». Per avere certezze bisognerà attendere i 60 giorni richiesti dal medico legale per esaminare tutti gli elementi raccolti. Ora la cosa più importante per la famiglia è quella di poter dare una degna sepoltura al loro caro. la magistratura dovrebbe concedere già in giornata il nulla osta. «L’obiettivo dell’azione intrapresa dalla famiglia Zarpellon - ribadisce l’avvocato Borsetta- è davvero solo quello di fare chiarezza sulle cause che hanno portato alla morte del loro congiunto, senza alcun astio». Il via libera alla sepoltura non dovrebbe farsi attendere troppo. Nel frattempo a mamma Lucia e alle figlie Barbara e Raffaella sono vicini gli altri parenti e i tanti amici dell’ingegnere. Anche l’Ulss ha espresso massima vicinanza alla famiglia, e volontà di garantire massima trasparenza e collaborazione con la magistratura, pur ritenendo che i medici abbiano agito per il meglio. •

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