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«Ora chiedono la paga» San Vito, stop al servizio delle pulizie dei profughi

I profughi di San Vito chiedono di essere pagati per i lavori di pulizia del quartiere e il presidente del rione Ezio Calmonte rompe la collaborazione con la cooperativa che li gestisce. Cooperativa che spiega però che molti di questi ragazzi sono arrivati oramai al termine del loro percorso di accoglienza e sono quindi in cerca di un’occupazione. Finisce così il tentativo d’integrazione avviato nel novembre scorso tra i cittadini del quartiere e i richiedenti asilo ospitati nella palazzina di via monte Sabotino dalla cooperativa Con Te di Quinto Vicentino. Ai giovani africani erano stati affidati lavoretti di pulizia e raccolta rifiuti lungo le strade del quartiere, sotto la supervisione dei volontari del comitato. Sembrava che, superate le prime difficoltà, tutto andasse per il meglio, ma a un certo punto qualcosa si è inceppato. «Il progetto si svolgeva ogni lunedì - afferma Calmonte -. Nelle ultime settimane, però, gli africani non si sono più presentati. Abbiamo chiesto loro spiegazioni: un giovane nigeriano è sbottato, dicendoci che volevano essere pagati per il lavoro svolto. Ho provato a spiegare loro che si trattava di opere svolte su base volontaria, ma non hanno voluto sentire ragioni». Calmonte ieri ha preso carta e penna e ha spedito una lettera ai responsabili della cooperativa, al sindaco di Bassano Riccardo Poletto e all’assessore al sociale Erica Bertoncello. Nella missiva ha dichiarato concluso il progetto, non senza la vis polemica che gli è propria: «Purtroppo tutta la nostra buona volontà, che nel corso dell’anno ha superato le perplessità iniziali e risolto tante discussioni con i richiedenti asilo - scrive - deve cedere davanti allo scarso interesse, alla poca voglia di lavorare e alle assurde pretese degli stessi. Da quanto abbiamo potuto appurare nel corso di alcune discussioni, l’impressione è che i richiedenti asilo non siano ben coscienti di essere “ospiti” del popolo italiano, bensì che lo stesso abbia “l’obbligo” di fare tutto quello che sta facendo da vari anni». La collaborazione volontaria per un paio d’ore la settimana si propoineva di creare un minimo di integrazione e aggregazione tra profughi e cittadini. «O questo non gli è stato ben spiegato, oppure dopo l’iniziale entusiasmo tutto è andato lentamente a catafascio - prosegue il presidente -. Negli ultimi due mesi le sporadiche partecipazioni sono state più per avanzare pretese, spesso assurde, che per collaborare. Dai primi di luglio non s’è più visto nessuno, e anche l’incontro avuto nelle scorse settimane è stato inutile. Siamo veramente amareggiati». Il progetto dei “lunedì ecologici”, comunque, continuerà. «Vi faremo fronte con alcuni consiglieri - spiega - e con alcuni ragazzi qui residenti che si sono offerti. Cercheremo inoltre la collaborazione di altri richiedenti asilo ospitati a Bassano, tramite la struttura che li segue, cioè Casa a Colori. Sinceramente, però, avremmo preferito portare a termine il progetto con i giovani ospitati qui». Calmonte conclude chiedendo all’Amministrazione di applicare anche a San Vito il modello dell’accoglienza diffusa: «Nei due appartamenti di via monte Sabotino ci sono 20 persone, quando al massimo potrebbero starcene 10. A Bassano ci sono tantissime altre possibilità di alloggio che potrebbero tornare utili». •

Enrico Saretta

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