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Oggi l’addio a Nardini «Signorile e visionario»

Giuseppe Nardini (1927-2018). Nella foto a sinistra, il suo discorso per il Premio Città di Bassano (2006)
Giuseppe Nardini (1927-2018). Nella foto a sinistra, il suo discorso per il Premio Città di Bassano (2006)
Giuseppe Nardini (1927-2018). Nella foto a sinistra, il suo discorso per il Premio Città di Bassano (2006)
Giuseppe Nardini (1927-2018). Nella foto a sinistra, il suo discorso per il Premio Città di Bassano (2006)

Saranno celebrati questa mattina alle 10, nella chiesa della Ss. Trinità, i funerali di Giuseppe Nardini, l’imprenditore morto due giorni fa alla soglia dei 91 anni (li avrebbe compiuti il 4 luglio) dopo aver guidato per oltre mezzo secolo la storica distilleria fondata dall’antenato Bortolo alla fine del ‘700. Nardini lascia le figlie Cristina e Francesca e i nipoti Mattia e Filippo. A portargli l’ultimo saluto, sono attesi nomi di spicco dell’economia e della cultura, oltre ai rappresentanti delle istituzioni e delle realtà, dalla Confindustria al Rotary club all’Accademia italiana della cucina, che lo avevano visto tra gli associati più attivi. Da ieri i suoi locali sono chiusi per lutto. LE ISTITUZIONI. Innumerevoli le testimonianze di vicinanza giunte alla famiglia, oltre che dagli amici, dal mondo politico, imprenditoriale e dalla società civile. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha voluto ricordare l’imprenditore in una nota: «Per lui, la definizione di “Re della grappa” è riduttiva – ha dichiarato – perché nel suo percorso imprenditoriale si sono fuse in un mix unico storia, cultura tradizione, identità, modernità, signorilità. Un nome, Nardini, che è stato e sarà ancora uno dei simboli del Veneto migliore nel mondo. A me piace ricordare l’originalità e il rispetto della tradizione aziendale che lo portarono a mantenere la parola “aquavite” senza la “c”, che mi auguro campeggerà per sempre, sulla storica mescita all’ingresso del Ponte». Sentito e riconoscente anche il ricordo del sindaco Riccardo Poletto, per il quale «grazie a Giuseppe Nardini, il nome di Bassano ha viaggiato, nel segno dell’eleganza, in tutto il mondo». GLI IMPRENDITORI. Secondo il presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi. «Con Giuseppe Nardini - ha detto - se ne va un grande imprenditore che ha legato il suo nome allo splendido prodotto per cui tutti lo conosciamo, ma anche a uno speciale modo di essere, il cui simbolo può essere quella idea visionaria di realizzare con un’opera come le “Bolle”, un vero atto d’amore per la sua città». GLI AMICI. Tra gli amici e colleghi imprenditori, il più commosso ieri era Giorgio Tassotti, che ha riconosciuto di dovere parte delle proprie fortune professionali a un’intuizione del “re della grappa”. «Era il 1958 – ha raccontato – e Giuseppe Nardini si spese perché in città fosse allestita una grande mostra sui Remondini. Fu l’evento che diede dignità artistica e culturale alla famiglia di stampatori di origine trentina e che, di lì a poco, avrebbe lanciato anche la nostra tipografia». Ancora, Tassotti ha ricordato gli anni di Nardini ai vertici dell’Azienda autonoma di soggiorno «durante i quali la nostra amicizia si consolidò» e, frutto della passione per l’equitazione, il concorso ippico nazionale organizzato in prato S. Caterina. Più legato al versante professionale e al ruolo ai vertici della Confindustria bassanese, il ricordo dell’imprenditore Sergio Brunetti. «Il dottor Nardini fu presidente del Raggruppamento locale dall’ ’81 all’ ’87 – ha spiegato -, e dopo toccò a me succedergli. Ricordo che dopo una figura del suo carisma, inizialmente non si trovavano candidati alla guida dell’associazione. Fortunatamente ero stato in direttivo con lui e nel mio caso la successione fu un atto quasi naturale. Con la promessa da parte sua che avrebbe svolto un ruolo attivo anche dopo la fine del mandato, come in effetti fu. Ci mancherà profondamente la sua signorile saggezza». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lorenzo Parolin

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