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Offre un lavoro
a giovane madre
e le usa violenza

Pesanti avances sarebbero avvenute durante un colloquio di lavoroIncontro avvenuto a Castelfranco
Pesanti avances sarebbero avvenute durante un colloquio di lavoroIncontro avvenuto a Castelfranco
Pesanti avances sarebbero avvenute durante un colloquio di lavoroIncontro avvenuto a Castelfranco
Pesanti avances sarebbero avvenute durante un colloquio di lavoroIncontro avvenuto a Castelfranco

Ancora un caso di violenza sessuale, questa volta su una mamma in cerca di occupazione, che a un “colloquio di lavoro” è stata palpata da un fittizio offerente di impiego. La donna ha sporto denuncia agli agenti del commissariato cittadino, guidati dal vicequestore David De Leo, che dopo approfondite e celeri indagini anche dei tabulati telefonici, hanno individuato l’uomo e lo hanno denunciato per violenza sessuale.

È iniziato tutto alla fine di settembre: la donna, 30 anni, residente nel Bassanese, in gravi difficoltà economiche, tanto da avere difficoltà a mantenere i figli, ha inserito un annuncio su internet per cercare lavoro. Ha offerto la sua disponibilità nel settore della ristorazione, specificando che cercava lavoro come cameriera o barista. Poco dopo la pubblicazione dell’annuncio è stata contattata da un trevigiano, A.T., 43 anni, impiegato in un settore molto diverso da quello in cui la bassanese stava cercando impiego. I due si sono sentiti telefonicamente per qualche giorno fino a fissare l’appuntamento per il primo colloquio. Si sono ritrovati in un bar al centro commerciale “I Giardini del Sole” di Castelfranco, hanno bevuto un caffè e chiacchierato dei possibili sviluppi lavorativi.

Pareva andasse tutto bene, fino a quella richiesta apparentemente innocua: «Ci spostiamo nel mio ufficio per gli approfondimenti lavorativi? È a pochi chilometri da qui». La ragazza ha accettato: d’altra parte l’uomo si era comportato in modo ineccepibile fino a quel momento. Sono arrivati nella palazzina dell’ufficio pochi minuti dopo, con macchine separate. Il presunto “datore di lavoro” l’ha fatta entrare nei locali che presumibilmente aveva affittato come ufficio, o che forse si era fatto prestare. La bassanese si è accomodata su una sedia per proseguire il colloquio. L’uomo a quel punto ha cominciato a girarle attorno, poi si è messo dietro di lei e ha cominciato a massaggiarle le spalle. La donna ha cercato di non reagire, ma il massaggio poco dopo è proseguito verso la scollatura finchè le mani del mascalzone si sono infilate nel vestito e hanno afferrato i seni della vittima, mentre tentava di baciarle il collo. A quel punto la giovane si è messa a urlare ed è fuggita. Qualche giorno dopo è stata ricontattata via chat e ha chiesto le scuse del suo violentatore: «Sono una brava ragazza, mi hai mancato di rispetto. Intendo andare dalle forze dell’ordine a raccontare tutto questo schifo».

L’uomo, però, non le ha dato retta, limitandosi a scrivere: «Non sono un bandito». In altri messaggi, tutti raccolti dagli agenti del commissariato, però, l’ammissione della violenza appare piuttosto evidente. La vittima, nei giorni scorsi si è decisa a sporgere denuncia e l’accusa - pesantissima - è di violenza sessuale.

Francesca Cavedagna

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