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Nuove nubi sull’ospedale «Ci sono troppe strutture La Regione deve tagliare»

L’arrivo di otto nuovi medici all’Ulss 7 sembrava aver riportato uno sprazzo di sereno sulla sanità bassanese. Non c’è però stato nemmeno il tempo di gioire per l’annuncio del dg Giorgio Roberti che altre nubi si sono addensate sul San Bassiano: secondo l’Anaao, sindacato dei medici e dei dirigenti del servizio sanitario nazionale che in Veneto conta 2500 iscritti, «bisogna chiudere dieci ospedali per ridistribuire il personale e rendere le restanti strutture e le cure più sicure ed efficienti». Quello di Bassano, manco a dirlo, viene citato come esempio: «In un raggio di circa 30 km ci sono 5 ospedali: Bassano, Castelfranco, Montebelluna, Cittadella e Camposampiero. È un’anomalia. Non sta a noi dire dove chiudere, ma la politica deve muoversi, e lo deve fare nel rispetto del decreto ministeriale 70 del 2015, che standardizza i presidi sanitari a livello nazionale». A lanciare l’allarme è il segretario regionale dell’Anaao, Adriano Benazzato. «In Veneto gli ospedali e le cure non sono sicuri, in primo luogo per la carenza di personale nei reparti, e noi vogliamo che questa situazione cambi. Il decreto 70 del 2015, che pure non è perfetto, riorganizza le strutture secondo determinati criteri e la Regione deve applicarlo. Noi non crediamo all’assessore regionale Luca Coletto quando assicura che il Veneto si è adeguato a questo decreto con due anni di anticipo e che non ci sono ospedali in eccedenza: facciamo una valutazione seria e poi vediamo». Benazzato analizza la situazione nel dettaglio. «Non ho preso di mira l’ospedale di Bassano o gli altri, semplicemente in questa realtà c’è una grossa contraddizione che prima o poi va risolta. Anche perché i medici sono sempre meno e, ad esempio per l’ortopedia di Bassano, che soffre da tempo grave carenza, a rimettercene sono i pazienti. Invece il servizio deve essere garantito e sicuro, a noi sta a cuore solo questo. Come? Un’idea può essere un potenziamento del 118, per garantire prima di tutto interventi rapidi ed efficaci che permettano di portare il paziente stabilizzato nell’ospedale più vicino, fosse anche a 15 km più lontano rispetto a prima. E poi un potenziamento della medicina di base e quella specialistica fuori dagli ospedali. Questi ultimi, invece, devono ospitare solo i ricoveri acuti. In sostanza servono investimenti sul territorio, organizzazione e il taglio degli ospedali, mentre finora sono stati fatti solo i tagli negli ospedali, lasciando stare tutto il resto. Ed è logico che così non va». Nel giro di pochi anni la situazione per la sanità diventerà insostenibile. «Non ci saranno medici a sufficienza - prosegue il segretario -, buco generazionale legato anche al fatto che i medici non si possono specializzare, e quindi la chiusura delle strutture in eccedenza garantirà il personale a quelle che hanno i requisiti per restare aperte. La Regione deve dirci se vuole chiudere quelle in eccesso, se vuole riconvertirle oppure se vuole condannarle a una lenta agonia». «Questa situazione - conclude Benazzato -, l’Anaao l’ha fatta presente sia al governo regionale che alle opposizioni, ma tutti hanno taciuto e così abbiamo deciso di uscire pubblicamente. È un argomento forte, ma è importante capire che noi lavoriamo per avere ospedali e cure sicure». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Davide Moro

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