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Valbrenta

Nube di polvere
dalle cave
copre l’abitato

La nube di polvere sollevatasi nella cava di Carpanè e diffusasi in valle
La nube di polvere sollevatasi nella cava di Carpanè e diffusasi in valle
Valbrenta, nube di polvere dalla cava (CAVEDAGNA)

VALBRENTA. Una nube di polvere impressionante, partita dalle cave di San Nazario, che in meno di un minuto ha sommerso oltre un chilometro di Valbrenta, abbattendosi su Carpanè e Valstagna.

I residenti sono a dir poco furiosi, ma l’Amministrazione comunale e i tecnici invitano a non creare allarmi: «È stato un evento eccezionale». Erano da poco passate le 12 di qualche giorno fa quando alcuni cittadini di Valstagna sono accorsi in strada attirati dal quello che inizialmente pareva un incendio.

Dalle cave “Granulati Dolomitici Peroglio”, di proprietà del gruppo Mosole si è sollevata una nube di polvere alta una decina di metri che in pochi secondi ha invaso la valle e il fiume.

Il fenomeno è durato in tutto pochi minuti, tra lo sconcerto dei residenti che si sono visti inghiottire dalla polvere macchine e abitazioni. Le polemiche sui controlli delle attività di estrazione non si sono fatte attendere, tra chi dice che bisognerebbe inasprire le normative e chi sollecita maggiori controlli da parte della Comunità montana «perchè non sappiamo che cosa ci tocchi respirare».

Secondo una delibera regionale le attività di controllo delle cave sono di competenza del Comune che ha rilasciato la concessione e della Provincia, che ha il compito di sorvegliare l’applicazione dei regolamenti.

In questo caso i primi controlli sono stati eseguiti dall’Amministrazione comunale di San Nazario. Il sindaco Ermando Bombieri, invita i residenti a non allarmarsi, in quanto l’evento dell’altro giorno sarebbe stato creato dalla concomitanza eccezionale di particolari condizioni atmosferiche.

«L’episodio delle polveri è stato causato dalla siccità unita al forte vento - spiega Bombieri -. Sono mesi che non piove come si deve, il vento era annunciato dalle previsioni meteo. Da quanto abbiamo accertato la cava ha scaricato il materiale dal sito di estrazione fino a Carpanè e proprio in quel momento si è alzata una corrente d’aria molto forte che ha sollevato le polveri, creando la nube. Un episodio simile si era verificato circa due settimane fa. Sono stati eventi assolutamente eccezionali».

Secondo il primo cittadino, tuttavia, qualcosa per evitarlo si poteva fare. «Che ci sia siccità è un fatto noto, - commenta - come note erano le già citate previsioni meteorologiche che annunciavano vento forte, tanto più che era stato diramato un comunicato della Protezione Civile, con dettagli ed eventuali pericoli ai quali si sarebbe potuto andare incontro. Per questo credo che i gestori della cava potessero giocare d’anticipo e bagnare i granulati così da impedire il fenomeno. Mi auguro che un episodio del genere non si verifichi più, se mai dovesse esserci una seconda combinazione di fattori, gelo, secco e vento forte, come quella che abbiamo appena sperimentato».

Francesca Cavedagna

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