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No di Vardanega Tocca al Comune rimuovere le ture

Il Ponte degli Alpini con le ture della discordia FOTO  CECCON
Il Ponte degli Alpini con le ture della discordia FOTO CECCON
Il Ponte degli Alpini con le ture della discordia FOTO  CECCON
Il Ponte degli Alpini con le ture della discordia FOTO CECCON

Tempo scaduto. Il Comune di Bassano ha deciso di procedere in totale autonomia alla rimozione delle ture dal fiume Brenta. L’ordinanza emessa venerdì scorso dal sindaco Riccardo Poletto nei confronti della Vardanega è rimasta lettera morta. La ditta doveva entrare in azione a inizio settimana, ma di mezzi all’opera sul Brenta né lunedì né ieri non si è vista nemmeno l’ombra. La ditta ha tergiversato per giorni, preferendo all’azione le carte bollate spedite all’indirizzo del Comune. Il sindaco ha tentato l’ultima carta lunedì spedendo una nuova diffida, ma nemmeno questa ha avuto esito positivo. Così l’ufficio lavori pubblici, preso atto che Vardanega non ha avviato la rimozione delle ture, ha dato disposizioni per procedere autonomamente per evitare pericoli nella stagione delle piogge. I lavori dovrebbero iniziare nei prossimi giorni. Prima però è necessario che gli uffici del Comune procedano con un affidamento diretto. Trattandosi di una procedura di somma urgenza e a tutela della pubblica incolumità, non è necessario indire una gara d’appalto. Di conseguenza, gli uffici raccoglieranno alcuni preventivi e poi decideranno a quale impresa affidare lo sgombero dei materiali dal Brenta. «Nemmeno dopo l’ulteriore diffida la ditta ha adempiuto all’ordinanza di rimozione delle ture - si arrabbia il sindaco Poletto -. Non c’è stata alcuna assunzione di responsabilità da parte dell’impresa, e questo nonostante il Comune si sia dimostrato sempre disponibile nei suoi confronti». Il sindaco si riferisce all’eterno scontro tra ditta e direzione lavori sulle opere provvisionali del restauro, in primis la diatriba sul ponte bailey. «La ditta non ha mai formulato proposte concrete - afferma - tanto che i mesi sono passati senza che avviasse alcuna opera di restauro vera e propria. Si è comportata in modo molto grave, facendo perdere tempo non solo all’Amministrazione, ma a tutta la città e al mondo intero». Secondo Poletto non hanno senso nemmeno le ultime motivazioni con le quali Vardanega ha risposto all’ordinanza del Comune: poiché il suo contratto è stato sciolto, l’impresa ritiene che la rimozione delle ture sia ora complicata proprio dalla risoluzione contrattuale. Subito prima aveva contestato i calcoli relativi al materiale. Prima ancora aveva proposto di lasciare lì le ture perché tanto manca un mese alla riapertura della finestra utile per i lavori. Infine, tramite i suoi legali, ha chiesto altro denaro per effettuare l’operazione. «La Vardanega era obbligata a rimuovere le ture già prima dello scioglimento del suo contratto - chiude il sindaco Poletto - e comunque l’ordinanza segue canali diversi». Anche per l’assessore ai lavori pubblici Roberto Campagnolo la misura è oramai colma. «C’è un’ordinanza del sindaco da rispettare, giustificata da possibili problemi di sicurezza pubblica e dall’esigenza di tutelare il ponte - afferma l’assessore -. Ci assumeremo noi questa responsabilità. Basta perdere tempo». Tutto finirà comunque nel “conto danni” che il Comune è intenzionato a presentare a Vardanega. •

Enrico Saretta

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