<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Neve ai minimi storici, il turismo trema

C’è sempre meno neve negli impianti sciistici dell’Altopiano
C’è sempre meno neve negli impianti sciistici dell’Altopiano
C’è sempre meno neve negli impianti sciistici dell’Altopiano
C’è sempre meno neve negli impianti sciistici dell’Altopiano

L’inverno ancora senza neve comincia a creare qualche grattacapo agli operatori turistici dell’Altopiano. Soprattutto se si considera che le statistiche raccontano che nevica poco e sempre più tardi, e che la stagione sciistica viene ristretta a poco più di 2 mesi e mezzo, i timori sono più che giustificati. Questi dati, associati a un calo generalizzato dei praticanti dello sci, stanno obbligando gli amministratori e gli enti turistici a doversi “inventare” un altro turismo invernale. E a porsi qualche domanda sulle prospettive di sviluppo future, come è accaduto durante il convegno “Ripartire dal territorio”, organizzata dal Gruppo promotore marchio d'area Sette Comuni: è legittimo investire quasi 30 milioni di euro di denaro pubblico per impianti di risalita e di innevamento per mantenere l'economia turistica legata allo sci?

NEVE. Dall'inverno 1999/2000 ad oggi sono solamente quattro le stagioni sciistiche (2001, 2005, 2009 e 2010) partite, puntualmente come da tradizione, al ponte dell'Immacolata. Negli altri anni le statistiche nivologiche dell’Arpav hanno evidenziato che la tendenza della neve è quella di imbiancare il territorio a stagione “avanzata”, ovvero a fine gennaio e a febbraio. E sempre più spesso con inverni non troppo generosi, come il 2003, quando la coltre massima raggiunta alla centralina del monte Lisser è stata di 63 cm, oppure nel 2004, quando l’accumulo totale raggiunto a marzo è stato di 222 cm totali nell'inverno. Le annate proficue per la stagione sciistica si contano su una mano: 2004, 2006, 2008 e 2010. E hanno riguardato tutte le stazioni, comprese quelle prive di impianti d'innevamento strutturati.

TURISMO. La diminuzione della durata della stagione sciistica riflette bene il trend relativo al calo del turismo sull’Altopiano, come evidenziate dallo studio statistico di Fabio Di Sconzi sul sistema turistico locale altopianese. Che evidenzia come, a fronte di arrivi pressoché costanti, le permanenze sono sempre più in calo. Con ripercussioni per tutto l’indotto.

NUOVE PROSPETTIVE. In questa difficile situazione climatica, la necessità di adattarsi e ripensare l’offerta invernale spinge i nuovi mercati turistici “outdoor”, che registrano un incremento annuo del 3 per cento, in particolare lo sci alpinismo, e l’escursionismo a piedi o con le ciaspole. E se in Italia si contano ancora 2,5 milioni sciatori “tradizionali”, lo scialpinismo conta 100 mila appassionati e cresce di 10 mila nuovi sportivi ogni anno. I ciaspolatori invece sono 500 mila e sono aumentati del 36 per cento in 5 anni. Tant'è che località marginali allo sci hanno trovato una “seconda vita” turistica investendo su queste discipline. E' il caso di Dobratsch, in Carinzia, che ha smantellato i suoi impianti di risalita per dedicarsi allo scialpinismo, o della piemontese Val Maira, che vanta 80 mila turisti-escursionisti all'anno.

«Il turista della montagna cerca sempre più la natura, le tradizioni e la civiltà montana – sintetizza Giorgio Daidola, docente di economia aziendale e di gestione delle imprese turistiche dell'Università di Trento -. Relax, salute ed emozioni genuine sono le nuove tendenze. Si cercano “nuovi territori” lontani dall'industria turistica, luoghi di cui l'Altopiano di Asiago abbonda».

Gerardo Rigoni

Suggerimenti