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Nella nuova Variante tutela alle case Bonfanti e zero consumo di suolo

L’assessore all’Urbanistica Chiara NicheleUna veduta panoramica del centro di Bassano: in arrivo la nuova Variante FOTO  CECCON
L’assessore all’Urbanistica Chiara NicheleUna veduta panoramica del centro di Bassano: in arrivo la nuova Variante FOTO CECCON
L’assessore all’Urbanistica Chiara NicheleUna veduta panoramica del centro di Bassano: in arrivo la nuova Variante FOTO  CECCON
L’assessore all’Urbanistica Chiara NicheleUna veduta panoramica del centro di Bassano: in arrivo la nuova Variante FOTO CECCON

La tutela delle architetture Bonfanti entra dritta nei piani dell’ufficio urbanistica. È questo uno dei punti cardine della nuova Variante agli interventi di cui si è conclusa da poco la fase di concertazione e partecipazione. La volontà, messa nera su bianco dall’assessore all’urbanistica Chiara Nichele, è di tutelare le costruzioni progettate nella prima metà del ‘900 dall’architetto di origini siciliane Francesco Bonfanti, morto a Bassano nel 1959, celebre anche e soprattutto per avere legato il suo nome allo sviluppo edilizio della Valdagno dei Marzotto. Basta dare uno sguardo all’opera divulgativa dell’architetto Carmine Abate per rendersi conto dell’impatto che Bonfanti ha avuto sulla fisionomia della città. Non solo sul centro storico, ma anche sulle vie della “cintura” cittadina, in particolare viale Venezia. Tra i palazzi spicca innanzitutto l’albergo Cappellari (datato 1923 e oggi “Hotel Continental”), chiuso da anni e diventato ricettacolo di sbandati fino all’estrema decisione dell’Amministrazione di sbarrarne porte e finestre. Sempre in quartiere San Vito, c’è la cosiddetta Casa Bonfanti, costruita tra il 1924 e il 1936. Altra opera che non passa sicuramente inosservata è il palazzo dell’ex Società Idroelettrica Valbrenta (1935-1939), che ancora oggi svetta all’angolo tra via Vaccari e viale Venezia. Proprio viale Venezia, insomma, è stato una delle aree “osservate speciali” dall’architetto: Bonfanti ne condannava lo stile delle costruzioni, troppo liberty per i suoi gusti. Lasciando viale Venezia e San Vito, ci sono poi le “Case Operaie” in via Trozzetti (1940-1946) e, in centro storico, le “Case Sonda” (1950-1954) in via Da Ponte. Tutte queste opere sono destinate ad assumere una particolare rilevanza nel corso dei prossimi anni. «La variante accoglie un tema d’interesse del Piano territoriale regionale di coordinamento riguardante le architetture del ‘900, e quindi gli edifici presenti nel territorio rappresentativi del linguaggio architettonico del secolo scorso - afferma l’assessore Nichele -. Tali edifici, come le opere di Bonfanti presenti in città, saranno oggetto di tutela per quanto riguarda le loro componenti essenziali». «A questi immobili - continua l’assessore - sarà applicata una normativa che prevede la loro tutela attraverso la possibilità di ristrutturazione dell’edificio nel rispetto delle sue caratteristiche. In sostanza, nel momento in cui qualcuno vorrà intervenire su quegli edifici dovrà rispettarne le caratteristiche originarie». Altro punto fondamentale della nuova variante è lo stop al consumo di suolo. «La variante non introduce nuove previsioni insediative ma privilegia azioni di recupero, riqualificazione e trasformazione di zone insediative esistenti o intercluse nel tessuto della città - sottolinea l’assessore -. L’obiettivo di fondo della variante è contenere il consumo di suolo, in coerenza con la normativa vigente a livello regionale, confermando interventi di riqualificazione e completamento dei tessuti esistenti». •

Enrico Saretta

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