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Negozi che chiudono Cambia ancora il volto del commercio in centro

Motivi, chiuso in piazza LibertàLa vetrina di Frizzi, in via Roma. Chiuso dopo 30 anni di attivitàIl negozio monomarca Stefanel, all’imbocco di via Roma chiuso. Sarà in via Vittorelli. FOTO CECCON
Motivi, chiuso in piazza LibertàLa vetrina di Frizzi, in via Roma. Chiuso dopo 30 anni di attivitàIl negozio monomarca Stefanel, all’imbocco di via Roma chiuso. Sarà in via Vittorelli. FOTO CECCON
Motivi, chiuso in piazza LibertàLa vetrina di Frizzi, in via Roma. Chiuso dopo 30 anni di attivitàIl negozio monomarca Stefanel, all’imbocco di via Roma chiuso. Sarà in via Vittorelli. FOTO CECCON
Motivi, chiuso in piazza LibertàLa vetrina di Frizzi, in via Roma. Chiuso dopo 30 anni di attivitàIl negozio monomarca Stefanel, all’imbocco di via Roma chiuso. Sarà in via Vittorelli. FOTO CECCON

Tra chiusure e spostamenti di negozi, sta rapidamente cambiando la fisionomia del centro storico di Bassano. Negli ultimi mesi diversi esercizi commerciali storici hanno abbassato le serrande, chi definitivamente e chi invece per salpare verso altri lidi, magari più fruttuosi. Recentemente hanno chiuso i battenti lo storico negozio Frizzi di via Roma. Il titolare Roberto Rostolis ha lasciato appeso per giorni un biglietto di saluto per la clientela. Per Frizzi le motivazioni sono personali e non economiche, ma si tratta sempre di un pezzo di storia della città che se ne va e comunque non è un caso isolato. Recentemente ha chiuso anche Motivi, in piazza Libertà, e pure la Conbipel di via Verci. Stesso destino per il negozio Kasanova di via Matteotti. La Stefanel di via Roma, invece, si sposterà in via Vittorelli. In via Da Ponte il negozio Tim ora da Schiavotto non è stato sostituito da nessuno. Attento osservatore di questo mutamento è il vicepresidente dei commercianti di Bassano Romano Zanon, da sempre in prima linea in mille battaglie per la sopravvivenza delle botteghe storiche bassanesi. «I negozi storici vengono sempre più spesso sostituiti da catene low cost - afferma - che non di capisce come riescano a sopravvivere e a pagare gli affitti, considerato che c’è sempre meno gente che gira per il centro e di conseguenza per le botteghe». Quello degli affitti non sarebbe però il problema principale dei negozi del centro. Questo perché il nemico numero uno oggi si chiama “e-commerce”. «Gli acquisti online stanno massacrando sia i piccoli negozi di quartiere che la grande distribuzione - prosegue Zanon -. Il fatto è che quest’ultima riesce a resistere meglio e a far fronte al costo dell’affitto in misura maggiore rispetto alla bottega. Ma il problema vero resta il commercio tramite internet, che rischia di cambiare radicalmente il volto del centro storico».Ordinando dal computer, infatti, le persone non hanno più la necessità di muoversi. «Questo rischia di diventare anche un problema culturale - sottolinea Zanon -. snaturando uno degli elementi che sta alla base del commercio, e cioè la creazione di rapporti tra le persone». Invertire, la tendenza, però, è possibile, a patto che gli stessi commercianti scendano in campo. «Bisogna distinguere le produzioni, tra quelle online e quelle di nicchia che si possono trovare in negozio - afferma - e fare promozione per entrambi i settori». Fermo restando che senza un aiuto da parte della pubblica amministrazione non si va da nessuna parte. «Come categoria, abbiamo due cavalli di battaglia - dichiara il vicepresidente Zanon - il primo è la realizzazione di un controllo sulla qualità dei bar del centro storico, il secondo è avere dei parcheggi con una struttura organica, “a cintura”, in modo che un visitatore o un turista sappia esattamente dove recarsi a parcheggiare a seconda delle sue esigenze». •

Enrico Saretta

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