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Muore malato cronico ex operaio alle Smalterie Procura blocca i funerali

Giuseppe Antonio BaggioL’ospedale San Bassiano, dove è spirato l’ex operaioUn reparto delle Smalterie Venete in una foto d’archivio
Giuseppe Antonio BaggioL’ospedale San Bassiano, dove è spirato l’ex operaioUn reparto delle Smalterie Venete in una foto d’archivio
Giuseppe Antonio BaggioL’ospedale San Bassiano, dove è spirato l’ex operaioUn reparto delle Smalterie Venete in una foto d’archivio
Giuseppe Antonio BaggioL’ospedale San Bassiano, dove è spirato l’ex operaioUn reparto delle Smalterie Venete in una foto d’archivio

Una morte sul lavoro. Soltanto, avvenuta a distanza di più di trent’anni dalla prima diagnosi della malattia di cui ha sofferto per tutta la vita. È questo il sospetto della Procura di Vicenza sul decesso di Giuseppe Antonio Baggio. Rosatese, Baggio ha lavorato per circa trent’anni alle Smalterie Metallurgiche Venete, la storica azienda bassanese di via Trozzetti. Il suo cuore ha cessato di battere il 13 febbraio scorso all’ospedale San Bassiano, dopo anni di sofferenza. Aveva 75 anni. La sua famiglia, sopraffatta dal dolore, era pronta per dargli l’estremo saluto sabato scorso. Le epigrafi erano già state esposte, ma la Procura ha lanciato il fermi tutti: funerale rinviato a data da destinarsi, in attesa dell’autopsia, disposta per questa settimana dal sostituto procuratore Angelo Parisi. Vogliono fare chiarezza, i magistrati vicentini, sulla morte di Baggio, e soprattutto sui lunghi anni della sua malattia, sulle cause. Tutto parte da una parola, berilliosi, scritta nero su bianco in una relazione dei medici dell’ospedale di Padova. A loro nel giugno scorso Baggio si era rivolto per un consulto sulla silicosi e sulla sarcoidosi di cui aveva iniziato a soffrire dal 1986, quando le Smalterie, poi Zanussi, erano diventate Ocean da due anni. All’epoca, Baggio lavorava nell’azienda bassanese da circa vent’anni, nel reparto “Smaltatura vasche da bagno”. Era entrato nel 1969, quando la proprietà erano ancora gli austriaci Westen, ed era rimasto anche dopo il 1976, quando le Smalterie erano state messe in liquidazione ed era subentrata la Zanussi. «Nelle cartelle cliniche la sarcoidosi e la silicosi gli erano state riconosciute come malattie professionali - racconta il figlio Giovanni -. È una malattia che porta il polmone ad atrofizzarsi. Aveva lavorato nel reparto smaltatura fino al 1980. Poi è stato spostato in un altro reparto e, dopo la diagnosi, ha comunque continuato a lavorare». Questo perché la malattia si era stabilizzata. Con il passare degli anni, però, le sue condizioni di salute sono peggiorate, tanto che nell’ultimo periodo Baggio era sempre più provato. I familiari hanno quindi deciso di rivolgersi ai medici dell’ospedale di Padova, nello specifico al reparto di fisiopatologia respiratoria, diretto dal dottor Andrea Vianello. Nella loro relazione, hanno indicato tra le possibili cause delle gravi condizioni di salute di Baggio una «possibile berilliosi anche in considerazione del tipo di esposizione lavorativa». Il berillio è un metallo considerato cancerogeno, usato come indurente nelle leghe. «Evidentemente è stato questo sospetto a spingere la Procura a bloccare il funerale - afferma Giovanni Baggio -. Vogliono vederci chiaro sulla morte». Giuseppe Baggio, oltre a Giovanni, lascia anche la moglie Anna e la figlia Vania. •

Enrico Saretta

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