Lorenzo Parolin
“Allora, chi vince il Giro?”. Sussurrata per scaramanzia o rilanciata ai microfoni degli speaker è stata la domanda più ripetuta tra i circa 5 mila cicloamatori accorsi di buon mattino in piazzale Cadorna per il via del “Montegrappa Bike Day”, la kermesse che da tre anni offre ai coraggiosi disposti ad affrontare i quasi trenta chilometri che portano a Cima Grappa, strade libere dalle auto e punti ristoro. Così, a prescindere dall’identità del vincitore della corsa rosa, gli emuli dei ciclisti “pro” ieri hanno vissuto una giornata da campioni. Il modello, è offerto dai Bike Day che da alcuni anni anima alla fine dell’estate i tornanti dello Stelvio o i passi dolomitici che circondano il gruppo del Sella. Bassano non ha i monti pallidi, ma può mettere sul piatto “la più pirenaica delle montagne italiane”, il cui status è stato certificato dalla cronoscalata del Giro 2014 e da decenni di sfide tra futuri campioni alla Bassano-Monte Grappa. Curriculum nobile per il percorso, quindi, e da qui a immaginare il Tourmalet o l’Aubisque per il maxigruppo che ha affrontato la salita (10 mila alla fine della giornata i grimpeur transitati lungo le strade) il passo è stato brevissimo.
«Siamo cresciuti un anno dopo l’altro – dice presidente del gruppo organizzatore, Giovanni Todesco – e oggi il nostro Bike Day è un appuntamento stabile nel calendario degli appassionati. Ciclisti che arrivano da mezza Italia per trascorrere una giornata di festa».
E dopo i saluti dell’assessore allo sport Oscar Mazzocchin e del consigliere regionale Nicola Finco, spazio ai testimonial dell’edizione 2016: l’enfant du pays Simone Temperato “Magico Tempe”, acrobata della bicicletta; Gilberto “Gibo” Simoni, vincitore del Giro d’Italia nel 2001 e nel 2003 e Franco Cacciatori, il veronese capace di scalare le salite mitiche delle grandi corse a tappe in graziella e infradito. A loro il compito di “battezzare” l’edizione 2016 dell’appuntamento che ha trovato la chiave per mettere il Grappa sulla mappa del turismo che conta.