<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Minacce anonime
a un professore
del “Parolini”

L’istituto agrario Parolini in una foto di repertorioIl preside Gianni Zen
L’istituto agrario Parolini in una foto di repertorioIl preside Gianni Zen
L’istituto agrario Parolini in una foto di repertorioIl preside Gianni Zen
L’istituto agrario Parolini in una foto di repertorioIl preside Gianni Zen

«Responsabile rompi c.... Guardati le spalle». Sono le parole stampate al computer su un biglietto che un giovane insegnante dell’istituto agrario Parolini si è ritrovato sotto il tergicristallo della sua automobile, nel parcheggio della scuola. Una minaccia generica ma pesante, che né l’insegnante né il suo preside ritengono di derubricare a vaga reazione magari di qualche studente deluso per un brutto voto. Perché, e la circostanza è più inquietante, il messaggio minatorio è giunto prima dell’inizio dell’anno scolastico, dopo le riunioni preliminari ma quando i ragazzi dovevano ancora riprendere le lezioni.

La vicenda è trapelata a fatica dal fitto muro di riserbo che la scuola si è imposta. Per diversi giorni il professore in questione è rimasto indeciso sul da farsi. Poi ha avvertito il dirigente scolastico, Gianni Zen (che è anche preside del liceo Brocchi), il quale ha deciso di portare il caso nel consiglio docenti di lunedì scorso. Da lì la questione non è stata più segreta. E ora Zen, che sull’accaduto non vorrebbe rilasciare commenti, ammette: «Sono molto amareggiato. Non posso certo pensare che il biglietto sia stato scritto da qualche esponente dalla comunità scolastica, ma ho fatto sapere a tutti che ho intenzione di andare fino in fondo».

Il resto si ricava dalle confidenze di chi era presente alla riunione dell’organismo. Il Parolini ha un’ottantina di insegnanti. Tra questi, il giovane nel mirino delle minacce si è distinto per lo spiccato attivismo nei nuovi progetti didattici. E’ stato questo atteggiamento a dare fastidio a qualcuno? La scelta del termine “responsabile” farebbe pensare a un collegamento, ma potrebbe anche essere un depistaggio. In ogni caso, il professore ha sporto denuncia contro ignoti ai carabinieri della Compagnia di Bassano. Preoccupato dal suono “mafioso” della seconda frase.

Quello che è certo è che il collegio docenti si è subito unito alle manifestazioni di solidarietà del preside. Che nel suo intervento, dice chi era presente, ci è andato giù duro con «chi volesse limitarsi al minimo sindacale delle attività in una scuola che cambia e volesse creare problemi a chi lo fa sentire in difficoltà con il proprio lavoro». Zen si è spinto oltre calcando la mano su un suo vecchio pallino, la «fine della logica statalista e assistenzialistica»: chi non crede o non è d’accordo con i progetti che il Parolini vuole portare avanti, lasci il posto di lavoro a gente più motivata, ha detto in sostanza il dirigente scolastico.

Difficilmente le indagini dei carabinieri riusciranno a dare un nome e un volto all’autore del biglietto. Ingiusto anche puntare il dito senza certezze sul corpo insegnante. Quello che è certo è che al Parolini l’anno scolastico è iniziato con una tensione di cui tutti avrebbero fatto volentieri a meno. R.B.

Suggerimenti