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Mercatino per sessanta nuovi poveri

Uno scorcio del mercatino all’interno dell’ex cinema Olimpia
Uno scorcio del mercatino all’interno dell’ex cinema Olimpia
Uno scorcio del mercatino all’interno dell’ex cinema Olimpia
Uno scorcio del mercatino all’interno dell’ex cinema Olimpia

Francesca Cavedagna C’è un’anziana di 84 anni costretta a lavorare tutti i giorni per arrivare a fine mese. C’è un cinquantenne che qualche tempo fa voleva farla finita perché la sua ditta era fallita, suo padre gli aveva fatto da garante, stava per mandarlo in rovina e sperava che la sua assicurazione sulla vita avrebbe coperto i debiti. C’è un nonno che ha chiesto aiuto per comperare le scarpe invernali ai nipotini. Ci sono tanti papà separati e senza lavoro che chiedono di poter fare qualche lavoretto, qualche vestito o giocattolo da regalare ai loro figli, perché davvero non possono permettersi di acquistarli da soli. Queste sono solo alcune delle storie che compongono la zona grigia di un nuovo genere di povertà: quello delle persone che fino a poco tempo fa conducevano vite normali e autonome, con lavori di tutto rispetto, e che adesso, all’improvviso, non riescono più ad arrivare a fine mese, nemmeno a fare la spesa, a pagare le bollette un abito caldo per l’inverno o a fare un dono piccolo e semplice ai loro cari per il Natale ormai alle porte. A prendersi cura di loro, con un mercatino e molte altre iniziative, ci pensano i volontari dell’associazione Quartiere Solidali, guidata dall’ideatrice del progetto Lara Bosi, insieme a Graziella Burbello, che ormai seguono oltre 60 casi di bassanesi in difficoltà. Persone che non chiedono aiuto ai canali “ufficiali”, come la Caritas e le parrocchie. «Il problema è che si vergognano di andare a mettersi in fila davanti alla Caritas due volte a settimana per avere i pacchi di generi alimentari - spiega Bosi - E’ tutta gente che fino a questo momento non aveva bisogno di aiuto, poi all’improvviso si è trovata senza nemmeno i soldi per mangiare o per lavarsi e coprirsi. Molti ci chiedono se possono lavorare, nessuno vuole nulla in cambio di nulla. I nuovi poveri soffrono ancora più della loro povertà quando si devono esporre, ma soprattutto quando non possono ripagare in qualche modo gli aiuti». Questi casi sono seguiti anche grazie all’importante collaborazione dei presidenti dei quartieri San Marco, Margnan, San Vito, centro storico, Ca’ Baroncello e XXV Aprile, punti di riferimento fondamentali per il territorio, che spesso conoscono meglio di chiunque altro il quadro sociale della zona che rappresentano. E grazie a tantissimi commercianti del Bassanese, che a seconda delle necessità mettono a disposizione volentieri i loro prodotti. «Quando quel nonno mi ha avvicinata per chiedermi se avevamo delle scarpe da bimbo, sono andata da un commerciante del centro per capire se ne potevamo acquistare a un prezzo vantaggioso - continua Bosi -, lui, che con noi è sempre generosissimo, me le ha praticamente regalate. Quando le ho consegnate al signore in forma assolutamente discreta aveva quasi le lacrime agli occhi». Nemmeno i privati cittadini restano inermi davanti a questa emergenza. «Per i nostri mercatini solidali ci arrivano tante cose - spiegano le volontarie -, tutto il ricavato delle vendite lo utilizziamo per aiutare chi ne ha bisogno, insieme ai presidenti dei quartieri portiamo i pacchi di alimenti direttamente alle persone in stato di difficoltà». Tutti possono fare qualcosa: acquistare i regali di Natale nel mercatino solidale, aperto tutti i giorni dalle 16 alle 20, e nei festivi dalle 11 alle 20, negli spazi dell’ex cinema Olimpia di via Marinali, può essere un modo. •

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