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Bassano

Maxirissa in disco
Tornano liberi
i 13 militari Usa

L'esterno del Liv.  FOTO CECCON
L'esterno del Liv. FOTO CECCON
Militari Usa a processo per rissa. VIDEO BERNARDINI

ore 17 Sono stati convalidati gli arresti per tutti i 13 militari americani protagonisti, l'altra notte,di una rissa fuori da una discoteca di Bassano. L'udienza del processo è stata fissata Il 12 maggio, per entrare nel merito e consentire a chi lo deciderà di patteggiare la pena. È l'esito della prima udienza del rito direttissimo nei confronti dei 13 soldati della caserma 'Ederle' di Vicenza arrestati dopo una zuffa scoppiata all'esterno della discoteca Liv. Secondo una prima ricostruzione, una prima lite era scoppiata all'interno del locale, fra una quindicina di americani e un gruppo di africani. Nel parapiglia un militare è stato accoltellato alla schiena (prognosi 30 giorni) e a quel punto i suoi commilitoni hanno cercato vendetta. Alla fine della rissa il bilancio è stato di 4 americani e 2 africani feriti, il più grave dei quali è stato giudicato guaribile in 21 giorni. Sono intervenuti i carabinieri con numerose pattuglie, e con il supporto della Military Policy della Ederle e il Commissariato. I militari sono stati intanto liberati.

 

ore 14 È in corso il processo per direttissima ai 13 militari americani di stanza alla caserma Ederle arrestati sabato notte dopo una rissa con un gruppo di uomini di origine africana. I feriti sarebbero tre, un soldato Usa il più grave.

 

ore 6 La discoteca Liv, ex Decò, si trasforma in saloon quando le ore sono piccole. Succede di tutto, perché si scatena una maxirissa con caccia all’uomo. Le persone sono ubriache di stanchezza e alcool, e perdono i freni inibitori. Il peggio avviene all’esterno, una specie di ring. Viene coinvolta una quarantina di clienti tra militari statunitensi della Ederle di Vicenza e un folto gruppo di africani, pare ghanesi. Spuntano bicchieri e coltelli, i duellanti si armano di quello che possono e volano botte da orbi. Il bilancio di una delle più gravi zuffe degli ultimi vent’anni nel Vicentino, testimoniato dall’accorrere di forze dell’ordine da tutta la provincia, parla di 5 feriti, fra cui un americano ricoverato, e 13 arrestati: tutti soldati Usa ora ai domiciliari in caserma.

Come nei film, in destra Brenta, a San Michele, arrivano di gran carriera a sirene accese tutti i carabinieri disponibili di Bassano e dintorni, oltre a quelli di Thiene, Schio e Vicenza, insieme alla polizia del Commissariato e alla “military policy” della Ederle.

Riavvolgiamo il filmato della nottata per capire la dinamica, in assenza di versioni ufficiali, grazie ai principali testimoni, cioè i titolari del locale. È per ora difficile capire come il pandemonio sia scoppiato. Perciò il racconto di Samuele Bucciol, 31 anni, contitolare con Alessandro Pegoraro, è chiarificatore. «L’altra sera - spiegano - era la penultima prima della chiusura stagionale. È stato tutto regolare fino alle 3.30 circa, quando la sicurezza ci ha avvisato di un parapiglia in sala che però sembrava ancora contenibile, anche se c’era un ferito. Siamo usciti mentre alcuni dipendenti stavano cercando di convincerlo a farsi medicare. Era un americano. Vengono spesso nel nostro locale, l’altro giorno era una decina. Sono sempre stati clienti modello, non avevamo mai avuto problemi con loro, anzi». La situazione, all’improvviso è precipitata. I compagni del ferito, tutti su di giri, hanno iniziato una caccia agli africani per individuare il colpevole del ferimento. «Hanno perso il lume della ragione - racconta Bucciol - Insieme allo staff siamo riusciti a portare il gruppo all’eterno: non c’erano le condizioni per lasciarli dentro, dovevamo tutelare la sicurezza degli altri clienti e soprattutto cercare di contenere l’ira dei militari americani. La situazione non era semplice. I militari Usa palavano uno slang difficile da capire, in più, visto che almeno due compagni erano stati feriti erano incontenibili, volevano trovare la compagnia di africani con la quale era scattato il diverbio». «Quando li abbiamo portati fuori - prosegue Bucciol - è stata anche peggio. Non abbiamo avuto altra scelta che chiamare i carabinieri. Sono arrivati subito. Il loro operato è stato esemplare. Poi sono giunti i rinforzi. Subito hanno tentato di contenere il gruppo in un’area limitata, poi di calmarli, fino all’arrivo della polizia militare americana». Otto persone sono finite all’ospedale con contusioni e ferite da arma da taglio. Alcune sono state portate via dalla polizia militare. Tredici i ragazzi Usa arrestati. Il magistrato di turno, dopo avere parlato con il capitano Castellari che ha coordinato le indagini, ha collocato il plotone ai domiciliari: un record.

Francesca Cavedagna

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