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Mai così poche nascite Per la prima volta il tasso finisce sotto il 7 per mille

Culle sempre più vuote a Bassano. Nella foto di repertorio, il reparto di Ostetricia dell’ospedale
Culle sempre più vuote a Bassano. Nella foto di repertorio, il reparto di Ostetricia dell’ospedale
Culle sempre più vuote a Bassano. Nella foto di repertorio, il reparto di Ostetricia dell’ospedale
Culle sempre più vuote a Bassano. Nella foto di repertorio, il reparto di Ostetricia dell’ospedale

La cicogna non vola più su Bassano. L’anno scorso, per la prima volta nella storia della città, il tasso di natalità si è fermato sotto la quota del 7 per mille, che si traduce in soli 355 nuovi nati a fronte di 515 decessi. Il dato si ricava dal nuovo annuario statistico del Comune, in fase di preparazione. Nel 2016 il tasso di natalità era stato dell’8,2 per mille, riprendendosi leggermente rispetto al 7,7 del 2015. Ma l’ultima volta che è stato superiore al 9 data addirittura 2011. A salvare quota 43mila abitanti è stato il trasferimento in città di oltre 1900 adulti. Gli emigrati sono stati 1700 e la differenza positiva registrata su questo fronte ha permesso una sostanziale stabilità. Lo sforamento verso il basso chiude una dozzina d’anni in cui il saldo tra nascite e decessi è stato ampiamente negativo. E, con un 25 per cento di residenti che ha più di 65 anni, la forbice sembra destinata ad allargarsi. Temi ancor più rilevanti in quanto emersi in concomitanza con la prima edizione del Festival della famiglia sul quale sta puntando in queste settimane l'Amministrazione. E torna ad accendersi il dibattito, a partire dal capogruppo di “Impegno per Bassano”, Roberto Marin: «I numeri non si discutono – spiega Marin, autore di recenti interventi sulle dinamiche di anziani e famiglie – e dicono che senza una politica di ampio respiro a supporto delle famiglie non si va da nessuna parte. Abbiamo toccato un record negativo, è tempo che qualcuno in amministrazione comunale si faccia delle domande». «Il problema della bassa natalità è ben noto, ed è stato affrontato spesso anche in Giunta – replica l’assessore alla famiglia, Erica Bertoncello – solo che non si tratta in senso stretto di materia di diretta competenza comunale». Vale a dire che l’Amministrazione può solo intervenire in via indiretta, potenziando alcuni ammortizzatori sociali destinati o ad alleggerire il lavoro dei genitori o a trasmettere maggiore sicurezza. «Si possono per esempio potenziare le reti di vicinato – spiega ancora l’assessore – e i sostegni, anche informali, ai nuclei più numerosi. Siamo già al lavoro in questa direzione con il Tavolo per la famiglia e con il centro inaugurato da poco. È fondamentale partire dal supporto anche nei piccoli impegni quotidiani e nella creazione di un clima di fiducia». Sul saldo demografico incide anche la trasformazione del territorio, perché la città è cresciuta ben oltre i confini comunali e i quartieri centrali si sono trasformati da aree residenziali a zone di uffici. «Bassano patisce più di altre realtà il deficit tra nati e morti – spiega l’assessore ai servizi demografici, Cristina Busnelli – anche perché le famiglie di nuova formazione escono dalla città. Per questo dovremo lavorare di concerto con gli altri Comuni anche per fare massa critica e pesare in maniera diversa in Regione o con i rappresentanti del governo nazionale». Ci vuole una “Grande Bassano”, quindi, anche per la demografia. In attesa di politiche condivise, l’assessore Busnelli pensa ad agevolazioni sulle tariffe comunali. «Già abbiamo abbassato il più possibile i costi degli asili nido e previsto alcune promozioni in ambito culturale per i nuclei più numerosi – evidenzia -. Con l’occasione del Festival dedicato alle famiglie possiamo rilanciare su questi temi e vedere insieme le azioni da mettere in campo». •

Lorenzo Parolin

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