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«Le grandi aree non si recuperano con gli

La futura area commerciale a Cassola lungo la statale 47 CECCON
La futura area commerciale a Cassola lungo la statale 47 CECCON
La futura area commerciale a Cassola lungo la statale 47 CECCON
La futura area commerciale a Cassola lungo la statale 47 CECCON

Avviso ai candidati sindaco: la riqualificazione del territorio e delle aree degradate non può passare esclusivamente per la costruzione di nuovi centri commerciali. È il senso dell’intervento diffuso ieri dal presidente del mandamento di Bassano della Confcommercio, Paolo Lunardi. Un tema su cui l’associazione è da sempre particolarmente sensibile, considerato l’impatto che le grandi strutture di vendita hanno avuto sul commercio del centro storico, dove anche nell’ultimo periodo si è assistito a diversi abbassamenti di serrande. Ecco quindi che Lunardi lancia un suggerimento ai candidati sindaco dei diversi Comuni del territorio che a maggio andranno al voto, Bassano in primis. Il ragionamento del presidente prende spunto da quanto avverrà il 20 marzo, quando la conferenza decisoria convocata in Regione disporrà l’autorizzazione per l’insediamento di una nuova grande struttura di vendita a Cassola, lungo via Capitelvecchio, a pochi passi dal Grifone. «Il progetto, seppur ridotto rispetto a quello originariamente depositato, prevede una superficie di vendita di 3.200 metri quadrati, “non alimentari” - afferma Lunardi - destinati, con ogni probabilità, a ospitare il trasferimento dell’Eurobrico collocato appena più a nord, più ulteriori 950 metri quadrati del settore alimentare». Per i commercianti avere due superfici di vendita così vicine rischia di provocare notevoli impatti sulla viabilità e sulla sostenibilità ambientale di tutta la zona, decisiva per il Bassanese. Ma «al di là di questo intervento, la nostra preoccupazione corre alle tante aree cosiddette “degradate da riqualificare” sparse nel nostro territorio - afferma Lunardi - e che purtroppo, almeno così ci insegna l’esperienza passata, rappresentano una “bomba” commerciale dal facile innesco». Il riferimento va alle aree Pengo (contro la quale l’associazione ha presentato ricorso al Tar), ex Elba ed ex Enel. Siti sui quali il presidente invita i candidati sindaco a prestare la massima attenzione. «Ci corre l’obbligo di ricordare a quanti avranno la responsabilità di definire i piani di recupero per questi ambiti - prosegue - che la scelta commerciale, seppur rappresenti la carta più facile da giocare, non può essere l’unica via percorribile. Troppe volte ci siamo trovati a discutere a i tavoli della concertazione amministrativa di queste situazioni, esaminando piani di riconversione urbana griffati dai migliori architetti e urbanisti, per poi alla fine ritrovarci con l’ennesimo centro commerciale alle porte della città e con gli eterni problemi di viabilità e accessibilità risolti, solo sulla carta, con l’ennesima rotonda». Il presidente del mandamento contesta poi le iniziative messe in atto sinora per provare a frenare quella che definisce la “desertificazione” dei centri storici: «A nulla servono gli interventi “placebo” per abbellire qualche via o finanziare la nascita di qualche sporadica attività - conclude infatti - . Le aree degradate dovranno essere riqualificate attraverso interventi di diversa natura, più sociali, più "verdi" e meno commerciali: questo è il nostro imperativo e non è negoziabile». •

Enrico Saretta

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