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Lavori del Ponte Vecchio Gli avvocati preparano la risoluzione del contratto

I cancelli chiusi del  cantiere della Vardanega in via PusterlaIl cantiere del Ponte Vecchio visto da via Pusterla con le ture in alveo. FOTO CECCON
I cancelli chiusi del cantiere della Vardanega in via PusterlaIl cantiere del Ponte Vecchio visto da via Pusterla con le ture in alveo. FOTO CECCON
I cancelli chiusi del  cantiere della Vardanega in via PusterlaIl cantiere del Ponte Vecchio visto da via Pusterla con le ture in alveo. FOTO CECCON
I cancelli chiusi del cantiere della Vardanega in via PusterlaIl cantiere del Ponte Vecchio visto da via Pusterla con le ture in alveo. FOTO CECCON

A un passo dalla risoluzione del contratto della Vardanega. Sono al lavoro i due avvocati di Padova che l’Amministrazione in queste ore ha incaricato di analizzare tutti i possibili scenari che un eventuale contenzioso con la ditta di Possagno potrebbe presentare. Per sbloccare la soluzione d’impasse creatasi sul Ponte Vecchio ci sono due soluzioni: la più accreditata è quella di procedere appunto con la risoluzione in danno del contratto con la ditta, la seconda è di mantenere l’affidamento dei lavori alla Vardanega, ipotesi questa piuttosto improbabile, visto che la stessa azienda si è chiamata fuori dai lavori, proponendo lo scioglimento del contratto in autotutela: in sostanza, Vardanega ritiene di non essere stato messo nelle condizioni di eseguire i lavori, in particolare per l’indisponibilità, a suo dire, della cosiddetta spalla Nardini. È invece escluso, salvo ripensamenti legali dell’ultima ora, che il Comune accetti la “proposta indecente” di Vardanega: anche perché l’azienda ha proposto lo scioglimento del contratto in autotutela fuori tempo massimo, e cioè quando erano scaduti i 15 giorni di tempo per rispondere alle ultime contestazioni mosse dal Comune a fine marzo. Accettare una simile soluzione, però, per il Comune significherebbe ammettere degli errori di fondo nel progetto, cosa che ha sempre respinto con forza. Ad avere l’ultima parola, comunque, sarà il Responsabile unico del procedimento (Rup) Diego Pozza, che in questa difficile decisione sarà assistito dagli avvocati padovani Nicola Creuso e Stefania Lago. Per la loro assistenza al Rup, i legali riceveranno un compenso pari a 23.521 euro. Gli avvocati dovranno quindi analizzare tutte le contestazioni mosse dal Comune all’azienda e disinnescare in anticipo le possibile insidie nascoste nella battaglia legale che si fa sempre più vicina. In particolare, la direzione lavori contesta che ad oggi la Vardanega non abbia ancora presentato ufficialmente la diversa soluzione ipotizzata per il sostegno provvisorio del ponte, quei puntelli che l’impresa ha installato in autonomia al posto del ponte bailey. Contesta poi un ritardo pari a un anno nel reperimento della trave reticolare provvisionale e della trave reticolare inox: l’azienda aveva riferito che le avrebbe consegnate il 31 maggio dell’anno scorso, ma ad oggi tutto tace. Altre osservazioni riguardano «l’ulteriore grave ritardo accumulato rispetto alle previsioni del programma esecutivo, sulla base delle quali l’impresa avrebbe dovuto avere ad oggi eseguito lavorazioni per un ammontare di quanto meno 1 milione e 800 mila euro». Tutti gli attacchi del Comune partono dalla premessa che l’Amministrazione ha già pagato alla ditta un anticipo sui lavori, pari a 879.907 euro. La direzione contesta poi di aver spedito numerosi solleciti per la presentazione da parte della Vardanega di un cronoprogramma: sono nove, infatti, le richieste di chiarimenti presentate dal Comune da ottobre 2017 a febbraio 2018. «Nessun adeguato riscontro è pervenuto ad oggi - scrivono infine i tecnici del Comune - in merito alla situazione, più volte evidenziata, di irregolarità contributiva dell’ausiliario Consorzio stabile Alma, nonché in merito alla latitanza, tuttora perdurante, del direttore tecnico messo a disposizione dello stesso consorzio». Quest’ultimo punto è sempre stato piuttosto dibattuto tra Comune e azienda. Se per la Vardanega l’avvalimento è meramente un atto burocratico a cui non dare troppo peso, l’Amministrazione su questo ha sempre voluto vederci chiaro. Anche perché è burocrazia che costa, considerato che il Consorzio richiede una percentuale sui lavori dopo l’aggiudicazione definitiva. Da qui, la richiesta del Comune di avere incontri a quattr’occhi con la direzione tecnica del consorzio casertano. Resta da sciogliere infine il nodo legato alla rimozione delle ture. Nonostante Vardanega abbia annunciato l'interruzione dei lavori, l'Amministrazione gli ha intimato di procedere con la rimozione delle strade di terra e delle dighe dal Brenta, per questioni di sicurezza. Dopo due ordini di servizio, Vardanega ha annunciato che si occuperà della questione, previa però l'indicazione da parte del Comune su come procedere. È inoltre emerso che avrebbe richiesto alla direzione lavori di autorizzargli un nuovo subappalto per l'esecuzione di queste nuove operazioni, pari a circa 1 milione di euro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Enrico Saretta

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