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La fusione tra i Comuni: Campolongo, sì unanime ma Solagna resta divisa

Francesca Cavedagna Il Comune unico della Valbrenta passa su tutta la linea a Campolongo e tra mille dispute a Solagna, i primi due consigli chiamati a votare ieri nella settimana dedicata: se i numeri per l’ok alla fusione ci sono, come il “sì” incondizionato delle maggioranze consiliari, le minoranze hanno dato ampia voce alle perplessità sull’operazione. Tutto deve ancora essere definito, ma l’idea del Municipio comune per tutta la valle si scontra con molte riserve. I consigli comunali hanno portato alla luce che la linea della chiarezza per fare capire i passaggi al cittadino comune è ancora lontana. Gli incontri pubblici ci sono già stati, eppure le perplessità maggiori devono ancora essere risolte e continuano ad affacciarsi. In particolare, si è capito, i residenti delle singole località non hanno ancora compreso bene che fine faranno i pochi servizi rimasti a portata di mano nei loro municipi, nel caso l’idea del Comune unico dovesse diventare realtà. E continuano a dirsi preoccupati. Le maggiori riserve sono state espresse dai consiglieri di minoranza di Solagna - lo scoglio duro del “no” alla fusione - che ieri sera hanno votato compatti contro la delibera di avvio dell’iter. Sorte diversa a Campolongo, dove due consiglieri che inizialmente parevano contrari alla fine si sono uniti alla linea del sindaco Illesi, votando a favore e creando così l’unanimità: «Quello della fusione - specifica Illesi -, è un processo avviato dieci anni fa, che non prevede retromarce vantaggiose per nessuno. Di fatto la valle è già unita: non parlo solo di Unione montana, con l’aggregazione dei servizi principali di tutti i Comuni, ma anche delle parrocchie e delle associazioni sportive. Ovviamente l’ultima parola spetterà ai cittadini con il referendum, ma da sindaco dico che a livello amministrativo, avere più Comuni è estremamente complicato: lavoriamo il doppio per ottenere la metà dei risultati, questo perché siamo ancora bloccati da burocrazie diversificate. Credo che non ci siano alternative al Comune unico». A Solagna è stata tutta un’altra musica. Gli acuti li hanno “suonati” i consiglieri di minoranza Stefano Bertoncello, Roberto Ferracin e il pentastellato Daniele Andrea Nervo, che hanno votato contrario. Favorevoli i sette consiglieri di maggioranza. Insieme al comitato “Salviamo Solagna”, i contrari nei mesi scorsi hanno raccolto oltre 400 firme di residenti. Ieri sera, dai banchi dell’opposizione, hanno spiegato le ragioni del no. Si parte da una questione di principio: «Siamo convinti che sia sbagliato l’iter - dice Nervo -. Abbiamo organizzato la petizione ben prima di questi passaggi ufficiali perché crediamo che sia fondamentale avere il parere preventivo dei cittadini. Gli stessi che, se queste scelte non fossero state calate dall’alto, avrebbero potuto dare indicazioni fondamentali sulla loro idea di Comune e sulle loro esigenze. Cosa che ovviamente gli esponenti di maggioranza non hanno fatto». Ma non è tutto qui: «Un Comune unico della Valle sarebbe troppo grande - afferma il grillino - sarebbe come avere un paese unico lungo da Solagna a Tezze. Per mantenere le peculiarità e gestire meglio i servizi, le esigenze delle singole comunità, al massimo potremmo parlare di due grandi Comuni di Valle, con Solagna unita a Campolongo e Pove». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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