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La Donazzan in campo «Una lista Amo il Veneto nel centrodestra unito»

Il parcheggio di piazza terraglio visto dall’alto   FOTO  CECCONElena Donazzan, assessore regionale al Lavoro e all’Istruzione, ha fondato “Amo il Veneto”
Il parcheggio di piazza terraglio visto dall’alto FOTO CECCONElena Donazzan, assessore regionale al Lavoro e all’Istruzione, ha fondato “Amo il Veneto”
Il parcheggio di piazza terraglio visto dall’alto   FOTO  CECCONElena Donazzan, assessore regionale al Lavoro e all’Istruzione, ha fondato “Amo il Veneto”
Il parcheggio di piazza terraglio visto dall’alto FOTO CECCONElena Donazzan, assessore regionale al Lavoro e all’Istruzione, ha fondato “Amo il Veneto”

A una consultazione elettorale davvero locale mancava dal 1997, quando si presentò in corsa per il consiglio provinciale. Più di vent’anni dopo, l’assessore regionale Elena Donazzan annuncia che si candiderà al Comune di Bassano. Si propone come sindaco? Tutt’altro. Sono intenzionata a fare la capolista di “Amo il Veneto”, la mia nuova formazione. E a lavorare sodo in consiglio comunale nelle file di un centrodestra unito. Vedo l’amico Roberto Ciambetti, presidente del consiglio regionale, riuscirci benissimo a Vicenza, penso di poterlo fare nella mia città. Quindi nulla da eccepire sulla designazione di Elena Pavan come candidato unico. La prima cosa importante è che il centrodestra sia unito. La seconda è che il partito numero uno del centrodestra, che ora è indiscutibilmente la Lega, ha tutto il diritto di designare un suo candidato sindaco. Un volto nuovo, finalmente. E una donna: sarebbe una prima volta per Bassano. Puntualizzo che ammiro moltissimo anche Roberto Marin. In tempi non sospetti consigliai le primarie, che non fanno litigare i partiti e sono il termometro per capire chi è più conosciuto. In ogni caso, avanti con la Pavan, che avrà tutta la nostra collaborazione. “Amo il Veneto”, però, non è stato chiamato al tavolo del centrodestra. I rapporti con la Lega bassanese, e con il collega in Regione Nicola Finco, sono ottimi. Non c’è problema. Sostengo l’importanza di riunire quante più persone nello schieramento. Sette, otto, dieci liste? Più siamo, più facciamo massa critica. Anche Rinascita 2019, dunque? Anche Rinascita, certo. Io non metterei veti di alcun tipo. La città è in fermento, chiede un cambio di passo. E ci sono tante energie e tante persone valide per realizzarlo. Non fidiamoci troppo dei simboli di partito: molti sono rimasti fuori nelle elezioni più recenti. E’ così negativo, a suo avviso, il bilancio dell’amministrazione uscente? Noi stessi in Regione ci rendiamo conto della debolezza di Bassano. Si sono perse grandi occasioni come per esempio il centenario della Grande Guerra: andate a vedere cosa ha fatto Vittorio Veneto, in confronto. Poi la città non ha più vivacità economica. Ho toccato con mano il declino e letto con attenzione i servizi del Giornale di Vicenza sui problemi del centro. Intere vie con negozi chiusi, commercianti sfiduciati: manca il sorriso, bisogna riportarlo. E riportare anche i servizi persi. Ancora con il tribunale? Mi rifiuto di pensare che una battaglia che è stata anche di forte passione sociale possa venire abbandonata. Io non mi arrendo mai. Continuo l’esempio del sorriso: con il sorriso sulle labbra, quest’amministrazione ha perduto tante cose, non solo il tribunale. Pensiamo anche allo sport: al calcio, al ciclismo per il quale mancano da tempo investimenti, a pallacanestro, hockey, pallavolo e tennis, tutte discipline che si stanno un po’ smarrendo e per le quali eravamo famosi in Italia. Non potendo fare la sindaca, di cosa le piacerebbe occuparsi? Di cultura e turismo, che devono essere strettamente collegati. Un mio pallino sono i parcheggi: sì alle auto dentro il Castello, sì a piazza Terraglio per i turisti e alla prima mezz’ora gratis per agevolare gli acquisti e battere la concorrenza dei centri commerciali. E poi vere grandi mostre: rimpiango ancora quelle di Luciano Fabris. Capa, Valentina, Dürer in arrivo: non è che la città sia messa così male. Infatti apprezzo molto la direttrice dei Musei, ma manca la guida politica. E i Remondini? Palladio? Canova? La Grande guerra? Lo dico anche da presidente del Comitato per il tempio Ossario. •

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