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«La città deve coinvolgere i giovani»

La movida bassanese in centro storico
La movida bassanese in centro storico
La movida bassanese in centro storico
La movida bassanese in centro storico

La “Bassano dai due volti” delineata dall’abate Andrea Guglielmi, divisa a metà tra impegno e culto dello spritz, fa discutere. Per l’assessore alle giovani generazioni, Oscar Mazzocchin, la chiave di volta per promuovere la partecipazione è il coinvolgimento.

«“Ci vuole tutta una città per far crescere un bambino” - commenta - : un proverbio antico e attuale. Una città che non pensa globalmente alle sue giovani generazioni è una città senza futuro. Oggi ci confrontiamo, da adulti, soprattutto sulle scelte scolastiche. È un momento importante che riguarda prima di tutto gli studenti e i genitori. Ma il resto della città non è chiamata a dire qualcosa? Spero che tutti siano d’accordo nel sentirsi chiamati in causa». Vale a dire che il disimpegno non si sconfigge ragionando per settori. «Per uscire dalle logiche negative - riprende - dobbiamo essere disposti al cambiamento. Il problema è che la maggior parte delle nostre istituzioni funziona poco, è disorientata: vale per le famiglie, per le aziende che vivono un momento di lunga crisi, per l’istruzione e la formazione che faticano a capire quali competenze far acquisire, e vale per la politica, al suo minimo storico di fiducia. A furia di escludere i giovani dalle istituzioni, ci troviamo intrappolati in routine quotidiane che fanno fatica a funzionare, sono lente, burocratiche, irreali nei tempi e nelle richieste».

Da qui, l’invito a coinvolgere e responsabilizzare anche chi è in credito con l’anagrafe. «In ogni epoca di cambiamento avviene un “ribaltamento dei saperi” , la tradizione perde la forza di guida e i più giovani diventano pionieri - chiude Mazzocchin -. La via di uscita, a mio avviso è questa: cambiare insieme questa società e affidarci ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze per scoprire e sperimentare. In alcune aziende c’è già lo scambio dei ruoli, il “reverse mentoring”, e nel volontariato è normale che un ragazzo insegni a un cinquantenne appena arrivato. Forse ci siamo dimenticati che le più grandi invenzioni del '900 sono state fatte da scienziati dai 20 ai 30 anni. Spero, quindi, che sempre più parleremo di accompagnamento e non di presa in carico. L’accompagnamento è a fianco alla persona che abbiamo voglia diventi indipendente. La presa in carico è faticosa e non facilita l’autonomia».

Il sindaco Riccardo Poletto invita a valorizzare ciò che di positivo Bassano offre: «Esistono dei cultori del disimpegno - commenta - ma giovani e adulti attivi li sorpassano ampiamente per quantità e qualità. Non è un caso se a Bassano un progetto giovani esiste da vent’anni e se è stato attivato un organismo collegiale come la Consulta dei giovani. Lì gli under 25 hanno modo di sperimentare la partecipazione alla vita politica che oggi i partiti faticano a offrire».

Lorenzo Parolin

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