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L’Astra è in saldo
Ma per il Comune
i conti non tornano

«Con 8 milioni e mezzo faremmo un maquillage
e tra qualche anno ci ritroveremmo punto e capo
Per la sistemazione definitiva servono 18 milioni»
L’ingresso del teatro con le scale d’accesso alla galleriaIl teatro Astra visto dal palcoscenico. FOTO GIANCARLO CECCON
L’ingresso del teatro con le scale d’accesso alla galleriaIl teatro Astra visto dal palcoscenico. FOTO GIANCARLO CECCON
L’ingresso del teatro con le scale d’accesso alla galleriaIl teatro Astra visto dal palcoscenico. FOTO GIANCARLO CECCON
L’ingresso del teatro con le scale d’accesso alla galleriaIl teatro Astra visto dal palcoscenico. FOTO GIANCARLO CECCON

Lorenzo Parolin

L’Astra diventa un rebus. Per la proprietà otto milioni e mezzo di euro sono sufficienti a riportarlo alla piena efficienza, per il Comune la somma è almeno il doppio.

«Siamo ben consapevoli – dichiara il sindaco Riccardo Poletto – che per il 30 novembre la vicenda che coinvolge il polo S. Chiara e il possibile futuro teatro della città dovrà essere risolta. Rassicuro la proprietà dell’Astra: le loro proposte sono sul tavolo e le stiamo vagliando attentamente, assieme all’ipotesi di acquistare la sala Da Ponte, di trasformare il S. Chiara e di proseguire col polo museale. Le nostre analisi sull’Astra, però, fanno emergere costi molto diversi da quelli dichiarati».

Dato per assodato l’acquisto dell’ex teatro Sociale a tre milioni e mezzo di euro, secondo l’Amministrazione gli attuali standard di sicurezza per una sala da novecento-mille posti richiedono spazi più ampi degli attuali. Vale a dire che, oltre al teatro, il Comune dovrebbe acquistare e trasformare almeno due edifici laterali. I cinque milioni ipotizzati dalla proprietà, poi, non basterebbero per un restauro completo.

«I conti – sottolinea il primo cittadino – si fanno presto: tre milioni e mezzo per la sala, un altro paio di milioni per le pertinenze da destinare a magazzino e camerini, una dozzina di milioni per rendere fruibile l’interno a lungo termine. In totale 17 milioni e mezzo. Se parliamo di un maquillage provvisorio, cinque milioni potrebbero bastare. Il rischio, però, è che tra una decina d’anni ci si ritrovi punto e a capo».

Per una sistemazione definitiva di un bene vincolato dalla Soprintendenza non ci si discosterebbe insomma dalle cifre alle quali l’Amministrazione ha sempre fatto riferimento.

«Interventi analoghi all’Astra – rileva Poletto – sono stati realizzati negli ultimi anni ad Ancona, Verona e Treviso. In tutti e tre i casi le cifre oscillavano tra i quindici e i venti milioni di euro. A quale bassanese non piacerebbe riavere l’Astra? Sarebbe un sogno riaprire il teatro in viale dei Martiri, però dobbiamo fare i conti con la realtà. Ci siamo ripromessi di non lasciare alle prossime Amministrazioni eredità non gestibili. Vogliamo pensarci bene prima di prendere una decisione che condizionerà la vita di Bassano per il prossimo mezzo secolo».

In tutta la vicenda, c’è un problema alla radice: la prelazione non esercitata a suo tempo dal Comune.

«Bisognava acquistare l’Astra – chiude Poletto – quando le condizioni erano favorevoli. Oggi ci troviamo col paradosso per cui i proprietari devono rispettare la destinazione pubblica dello stabile e il il Comune non ha soldi».

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