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L’assessore difende i profughi

L’assessore Erica BertoncelloIl servizio di pulizia effettuato dai profughi in una foto d’archivio
L’assessore Erica BertoncelloIl servizio di pulizia effettuato dai profughi in una foto d’archivio
L’assessore Erica BertoncelloIl servizio di pulizia effettuato dai profughi in una foto d’archivio
L’assessore Erica BertoncelloIl servizio di pulizia effettuato dai profughi in una foto d’archivio

L’assessore al Sociale Erica Bertoncello difende i richiedenti asilo di Bassano, attaccati dal presidente del comitato di San Vito Ezio Calmonte per la loro richiesta di essere pagati per i lavori di pulizia nel rione. Richiesta alla quale Calmonte ha risposto picche, dichiarando concluso il progetto di collaborazione con la cooperativa Con Te di Quinto Vicentino. «A quanto mi risulta, i giovani africani non hanno mai detto che non volevano più occuparsi del servizio - afferma Bertoncello -. Il fatto è che stanno concludendo il loro percorso di accoglienza, per cui sono in attesa di sapere se verrà loro riconosciuto lo status di rifugiato». In tal caso, davanti a loro si aprirà una nuova strada, che comporterà anche la ricerca di un lavoro. «Per questi ragazzi la risposta non può essere soltanto il volontariato - prosegue l’assessore -. Dovranno trovarsi un lavoro ed è probabile che ci riescano, visto che ci sono diversi mestieri che gli italiani non vogliono più fare». Si preannunciano nuovi arrivi nella casa di via monte Sabotino. Altri richiedenti asilo prenderanno il posto di coloro per i quali si chiuderà il periodo di accoglienza. Il numero degli ospiti della palazzina, però, resterà invariato, e oscillerà sempre attorno alle 20 presenze (attualmente sono 18). Un numero eccessivo per Calmonte, che ritiene che quei due appartamenti non possano ospitare dignitosamente una ventina di persone. Da qui la sua richiesta di distribuire i profughi in altre strutture della città. Su questo punto, però, l’assessore afferma di avere le mani legate. «La distribuzione degli ospiti non spetta al Comune - afferma - ma alla Prefettura, che si accorda direttamente con la cooperativa. La volontà comunque è di procedere con i progetti per favorire l’integrazione di questi ragazzi». Bertoncello rivela che la cooperativa stava studiando una nuova responsabilizzazione dei profughi: «L’idea era di mandarli a lavorare da soli in giro per il quartiere - spiega l’assessore - magari sotto la supervisione di un caposquadra loro. Ovviamente i volontari poi controllerebbero che siano stati eseguiti i lavori richiesti». Ora però bisognerà capire le intenzioni del comitato di quartiere. •

Enrico Saretta

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