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Insegnanti filmati e messi sui social Tensione al Brocchi

La sede centrale del liceo in un’ immagine di repertorio. CECCONUn’insegnante filmata con un telefonino in classe in una foto d’archivio. Al Brocchi negli ultimi giorni di scuola è scoppiato un caso simile
La sede centrale del liceo in un’ immagine di repertorio. CECCONUn’insegnante filmata con un telefonino in classe in una foto d’archivio. Al Brocchi negli ultimi giorni di scuola è scoppiato un caso simile
La sede centrale del liceo in un’ immagine di repertorio. CECCONUn’insegnante filmata con un telefonino in classe in una foto d’archivio. Al Brocchi negli ultimi giorni di scuola è scoppiato un caso simile
La sede centrale del liceo in un’ immagine di repertorio. CECCONUn’insegnante filmata con un telefonino in classe in una foto d’archivio. Al Brocchi negli ultimi giorni di scuola è scoppiato un caso simile

Gli smartphone in aula non dovrebbero esserci, o quantomeno restare accesi. Ma se li si nasconde a dovere possono servire per registrare filmati irriverenti a danno degli insegnanti. E, dopo averli postati su qualche social network da adolescenti, farsi pure quattro risate con gli amici alle spalle dei docenti. È quanto accaduto nei giorni scorsi in una classe del liceo linguistico al “Brocchi”, con la particolarità che i video in questione avrebbero passato il segno e, a detta di chi li ha potuti osservare prima che venissero rimossi dal web, sarebbero stati ai limiti della diffamazione in particolare nei confronti di un insegnante ben identificabile, ripreso a sua insaputa. Le riprese erano state caricate su Instagram e Snapchat, due dei mezzi più usati dagli adolescenti. Una volta che sono iniziate le visualizzazioni, i docenti presi di mira e i loro colleghi non hanno potuto né voluto fare finta di nulla. Tra giovedì e venerdì della scorsa settimana, proprio allo scadere dell’anno scolastico, la classe in questione è stata richiamata all’ordine. Da parte dei docenti, giù una bella lavata di capo, tanto per far capire che non sono cose su cui scherzare. I ragazzi sono stati “sensibilizzati” con un elenco puntuale delle possibili conseguenze della loro bravata. Disciplinari ma anche penali. La consolazione è che il richiamo alla responsabilità è servito: gli autori dei video si sono adoperati in tutta fretta per farli sparire dalla circolazione. Anche perché incombevano gli scrutini, e comportamenti del genere possono influire pesantemente sui voti. Non si può però escludere che copie del video stiano ancora girando su qualche chat. In ogni caso, negli ultimi giorni dell’anno scolastico al Brocchi la bravata è stato il tema di conversazione preferito tra gli studenti. Anche perché, come hanno riferito alcuni coetanei, la classe in questione non sarebbe nuova a goliardate simili. Atteggiamento, questo, che contrasta con l’attenzione del preside, Gianni Zen, agli aspetti educativi dello stare in classe. «Non va proprio – è il commento del dirigente scolastico – sia perché è scritto chiaramente nel regolamento che i cellulari vanno spenti prima di entrare in classe, sia perché ci sono dei ruoli che vanno rispettati. Con il loro gesto, gli alunni hanno denigrato persone adulte che svolgono seriamente e con passione il loro mestiere. Bene che sia stato trovato un accomodamento in chiave educativa, ma per quanto mi riguarda richiamerò gli interessati a un maggior senso di responsabilità». Proprio lo scorso aprile il preside aveva diffuso una circolare nella quale stigmatizzava l’abuso di whatsapp da parte di studenti e genitori, invitando contemporaneamente gli insegnanti a non eccedere in disinvoltura coi social network e richiamando all’attenzione di tutte le componenti scolastiche la necessità di non indulgere in atteggiamenti di eccessiva confidenza. Appello che per qualcuno è evidentemente caduto nel vuoto. •

Lorenzo Parolin

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