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Indagato per lo stupro
è minacciato di morte
dagli amici della vittima

Insulti e minacce di morte via facebook al quindicenne accusato da una ragazza dui averla violentataI carabinieri hanno ricevuto la denuncia del ragazzo minacciato
Insulti e minacce di morte via facebook al quindicenne accusato da una ragazza dui averla violentataI carabinieri hanno ricevuto la denuncia del ragazzo minacciato
Insulti e minacce di morte via facebook al quindicenne accusato da una ragazza dui averla violentataI carabinieri hanno ricevuto la denuncia del ragazzo minacciato
Insulti e minacce di morte via facebook al quindicenne accusato da una ragazza dui averla violentataI carabinieri hanno ricevuto la denuncia del ragazzo minacciato

«Sei un infame». E’ solo uno degli insulti apparsi sui social network, destinati al ragazzino di 15 anni, accusato di aver abusato di un’amica di poco più giovane. Ed è ancora uno dei meno pesanti. Il giovane non è stato solo insultato ripetutamente, ma anche minacciato, pure di morte. Messaggi spesso da profili anonimi, ma in altri casi riconducibili al giro di amici e conoscenti della presunta vittima che evidentemente hanno saputo quanto avvenuto in quel parchetto di quartiere Ca’ Baroncello, una sera della scorsa settimana, quando il giovane avrebbe violentato un’amica di appena 14 anni.

La ragazzina qualche giorno dopo ha raccontato tutto alla madre, che l’ha immediatamente portata al Pronto soccorso dell’ospedale San Bassiano, da dove è partita la segnalazione per violenza sessuale agli agenti del commissariato cittadino, titolari dell’inchiesta avviata dalla Procura per i minorenni di Venezia, rivelata ieri dal Giornale di Vicenza. Evidentemente la ragazzina, che come il suo presunto aguzzino ferquenta un istituto superiore del Bassanese, prima di confessare la terribile violenza subita alla madre, ne aveva parlato con qualche amica.

Nell’era dei social il passaparola segue tempi e dinamica incontrollabili e velocissime, così è successo che mentre venivano avviate le indagini, con la vittima ascoltata in forma protetta dagli psicologi dell’Ulss, e la polizia di Stato e la Procura impegnate nella raccolta di elementi, sul web si è scatenato un altro, prematuro “processo” e la sentenza di chi ha pubblicato quei post sui social è che il quindicenne è colpevole di violenza.

Questo accanimento dei social ha fatto partire un’altra indagine, questa volta seguita dai carabinieri, per diffamazione e minacce. Infatti una denuncia a tale proposito è stata presentata dal giovane e dai suoi genitori nelle scorse ore ai militi dell’Arma. La querela è rivolta contro gli autori dei messaggi minatori e offensivi, che ora rischiano conseguenze legali. Le forze dell’ordine risaliranno agli autori dei post e con tutta probabilità troveranno anche in questo caso molti minorenni.

E’ una gara tra “inquisiti e inquisitori” che testimonia una brutta deriva e dove alla fine non vince davvero nessuno.

La giovane vittima della violenza sta intraprendendo un percorso duro, assistita da famigliari e amici, sempre sotto il costante appoggio psicologico degli esperti dell’Ulss Pedemontana. Ma c’è da credere che quello del giovane accusato di violenza non sia meno semplice. Il quindicenne ha continuato a negare il suo coinvolgimento nella vicenda, la ragazza a raccontare invece che l’amico avrebbe approfittato di lei dopo che erano usciti una sera, dapprima in compagnia, poi isolandosi in un giardino in zona Ca’ Baroncello.

Le indagini della polizia, che sta mettendo in campo delicatezza e discrezione vista la giovanissima età dei protagonisti, continuano. Nei prossimi giorni, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Venezia, il ragazzo verrà ascoltato dagli agenti del commissariato di via Pecori Giraldi. Il colloquio avverrà alla presenza del suo avvocato. In questa occasione lo studente potrà difendersi in via ufficiale e raccontare la sua versione dei fatti.

Francesca Cavedagna

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