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Il Ponte riapre
con i “vigilantes“
per il week-end

L’avviso di riapertura sul Ponte degli Alpini in restauroGiannantonio Vardanega
L’avviso di riapertura sul Ponte degli Alpini in restauroGiannantonio Vardanega
L’avviso di riapertura sul Ponte degli Alpini in restauroGiannantonio Vardanega
L’avviso di riapertura sul Ponte degli Alpini in restauroGiannantonio Vardanega

Due giorni di riapertura per il grande malato della città, mentre proseguono i tentativi della ditta Vardanega per entrare nel Brenta da sud anziché da nord. Una soluzione che, a detta dei vertici dell’azienda, consentirebbe di terminare il restauro con ben 6 mesi di anticipo. Oggi e domani, intanto, i cancelli del cantiere saranno riaperti permettendo a turisti e visitatori di fare la spola da una zona all’altra del centro storico. Vengono così accolte le richieste dei commercianti, che sin dal giorno della chiusura hanno rimarcato i disagi causati alla loro attività dalla chiusura. La Vardanega è riuscita ad allestire i ponteggi in misura tale da consentire la riapertura nel week-end, previa installazione di strutture per garantire la sicurezza. Sarà consentito quindi passeggiare sul ponte dalle 8 alle 20, attraverso due corsie a senso unico: sul lato nord l’andata da Nardini ad Angarano, su quello sud il ritorno. Sarà attivo un servizio di sorveglianza ad opera dei gruppi di volontariato cittadini, che avranno il compito di regolamentare il flusso dei pedoni. Lunedì il ponte sarà chiuso di nuovo, ma la ditta assicura che entro venerdì prossimo i ponteggi saranno ultimati. Dopodiché il ponte sarà definitivamente transitabile, sempre attraverso le due corsie.

«Inizialmente il progetto prevedeva una sola corsia centrale per il transito dei pedoni - afferma Giannantonio Vardanega, patron della ditta -. Mi sono però battuto in prima persona, scontrandomi persino con i miei tecnici, per allestire le due corsie laterali. In questo modo, i pedoni potranno ammirare meglio l’architettura e il panorama sia a nord che a sud».

Appena terminati i ponteggi inizierà la rimozione dei coppi. Il ponte sarà alleggerito di 60 chili a metro quadrato. Nel frattempo, la ditta presenterà la sua proposta per un’eventuale discesa in alveo da sud, e cioè da via Macello. Una soluzione che permetterebbe di evitare conflitti con le operazioni per la costruzione della centralina idroelettrica (ma a dire di Vardanega i due cantieri possono tranquillamente coesistere). I vantaggi sarebbero soprattutto in termini di tempistiche. «L’entrata da via Macello prevede la messa in asciutto del fiume attraverso l’utilizzo di 150 scatolari, dal peso di 140 quintali l’uno - prosegue Vardanega -. Utilizzati al posto delle dighe, ci permetterebbero di lavorare pure in caso di un’eccessiva portata del Brenta: potremmo continuare a operare anche nei mesi statisticamente più piovosi, come maggio. Ciò ci permetterebbe di finire i lavori sei mesi prima». Il problema è che una soluzione del genere rimetterebbe in discussione parte del progetto iniziale, per cui per la sua approvazione dovrebbe riunirsi la conferenza dei servizi.

Enrico Saretta

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