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«Il Ponte Nuovo un’opera a rischio A dirlo è il Cnr»

Il Ponte della Vittoria, opera del 1917, riedificato nel secondo dopoguerra, visto da via Macello. FOTO CECCON
Il Ponte della Vittoria, opera del 1917, riedificato nel secondo dopoguerra, visto da via Macello. FOTO CECCON
Il Ponte della Vittoria, opera del 1917, riedificato nel secondo dopoguerra, visto da via Macello. FOTO CECCON
Il Ponte della Vittoria, opera del 1917, riedificato nel secondo dopoguerra, visto da via Macello. FOTO CECCON

Un ponte di oltre 70 anni, in calcestruzzo, quando la sua durabilità è al massimo di 50 anni. Parte da un’informativa del Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr) l’interpellanza che la Lega Nord di Bassano presenterà nel prossimo consiglio comunale per chiedere conto all’Amministrazione dello stato del ponte della Vittoria, il “ponte nuovo”. Collaudato nel 1917, e ricostruito dopo la Seconda guerra mondiale, il ponte, principale collegamento ovest-est della città, è tornato al centro dell’attenzione per le sue condizioni a seguito del disastro di Genova. È la capogruppo del Carroccio Tamara Bizzotto a rilevare ora che, avendo oltre 70 anni, il Ponte della Vittoria «ha indubbiamente superato la soglia di durabilità». A riprova, Bizzotto riporta una nota di questi giorni del Cnr, nella quale vengono indicati i 50 anni come vita utile per le infrastrutture in calcestruzzo costruite nel dopoguerra. «Alla base del ponte, inoltre, si vede che i pilastri sono costituiti da cemento gravemente ammalorato - riferisce Bizzotto -. Qualsiasi tecnico del settore potrebbe affermare che in queste condizioni il ponte è compromesso. Il cemento, infatti, è caduto, lasciando scoperti i ferri di armatura e rendendo il pilastro non più idoneo a sopportare il peso sovrastante. Di conseguenza, viene meno la funzione originaria del cemento di proteggere il ferro dall’ossidazione». Per Bizzotto quindi il ponte in gravi condizioni e consiglia l’Amministrazione di agire immediatamente per verificare con precisione il suo stato di salute. Non è soltanto la Lega a essere preoccupata. Anche Bassano ConGiunta ha preparato un’interpellanza sul tema. Il capogruppo Andrea Zonta parte dall’indagine sul ponte seguita nel 2014 dallo studio Foppoli e Moretta di Sondrio ed esposta a un convegno a Berlino. Un’indagine che, come ha documentato Bassano ConGiunta, aveva rilevato una profondità di carbonatazione del calcestruzzo talmente marcata (fino a 60 mm) da non rivelare attendibili le prove successive sulla resistenza del calcestruzzo stesso, tanto che l’analisi aveva concluso che «l’armatura si trova in un ambiente che consente la sua corrosione». «Le indagini avevano inoltre evidenziato - prosegue Andrea Zonta - che “i tre giunti trasversali di dilatazione costituiscono la via preferenziale di scolo dell’acqua e il sistema di drenaggio delle acque meteoriche non è adeguato”». Inoltre, sempre dalla relazione della Foppoli e Moretta si evince che «travi e travetti nell’intradosso mostrano un’ampia esposizione di staffe e talvolta anche di barre longitudinali», cosa che comporta casi di affioramenti considerevoli e ossidazione. Pure i pilastri lungo la sede centrale del ponte mostrano «chiari segni di decadimento, specialmente nella parte inferiore». La relazione si conclude sottolineando un deterioramento «inaspettatamente significativo» e ricordando che «le caratteristiche costruttive possono limitare la durata della strutture». Anche Bassano ConGiunta chiederà quindi all’Amministrazione di fare luce definitivamente sulle condizioni del ponte nuovo e se intenda intervenire per garantire una maggiore sicurezza. •

Enrico Saretta

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