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Il patto del caffè Nel centrodestra prove di alleanza

Gianesini (Impegno) e Gerin (Lega), due leader del centrodestra
Gianesini (Impegno) e Gerin (Lega), due leader del centrodestra
Gianesini (Impegno) e Gerin (Lega), due leader del centrodestra
Gianesini (Impegno) e Gerin (Lega), due leader del centrodestra

Nella recente storia politica italiana, solo per restare in campo gastronomico, ci sono già stati il patto della crostata e il patto delle sardine. Ora potrebbe aggiungersi il patto del caffè. Nel tardo pomeriggio di venerdì, mentre la Bassano centrista e un po’ nostalgica era in biblioteca all’incontro sulla figura di Antonio Bisaglia, i maggiorenti del centrodestra si sono riuniti in un bar del centro città, davanti a qualche tazzina d’espresso, per proseguire le trattative sulle “larghe intese” e cercare di esprimere un candidato sindaco unitario, sostenuto dalle diverse liste. Tra gli altri, per “Impegno per Bassano” c’erano Massimo Gianesini, Roberto Marin e Pino Balestrieri, per Forza Italia Mariano Scotton, per la Lega Roberto Gerin e la “sindaca in pectore” Elena Pavan. Ma direttamente dal consiglio regionale è arrivato nella sua città il capogruppo della Lega Nicola Finco, il che ha subito rialimentato le voci sull’ipotesi mai sopita di una sua candidatura al posto di quella dell’avvocatessa che in realtà è stata recentemente “benedetta” anche da Matteo Salvini. Bocche cucite sull’incontro, ma la strada verso l’unità appare tracciata anche se ancora tortuosa. Non era particolarmente segreto, visto che la composizione del tavolo era visibilissima dalle ampie vetrate del bar, ma il centrodestra si è dato la consegna del silenzio, rifiutando anche un’innocua foto di gruppo. «Abbiamo parlato di sci», si è smarcato qualcuno dei protagonisti: forse perché bisogna ancora fare slalom tra qualche difficoltà. Una delle porte da non “saltare” è la necessità di presentare la coalizione come moderata, controllando quindi certe drasticità della Lega-pigliatutto che nonostante il plebiscitario successo nei sondaggi potrebbero risultare indigeste all’elettorato medio bassanese e agli stessi alleati. Sul medesimo piatto della bilancia si pone il rapporto con la nascente lista Rinascita, costola di un social, alla quale si riconosce capacità di impatto sulla fetta di opinione pubblica più “antagonista” ma il cui potenziale arruolamento, per lo stesso motivo, lascia perplesso qualche esponente del centrodestra. Il tempo stringe anche sul fronte opposto. Oggi si riunisce il circolo del Partito democratico cittadino. L’obiettivo è “fare sintesi”, come si dice in gergo, ma è difficile che si trovi una linea unitaria e men che meno un candidato gradito a tutte le anime. Non è un mistero che Riccardo Poletto sia ritenuto l’unico possibile argine alla prevedibile ondata del centrodestra, ma nessuno si aspetta che il sindaco uscente cambi la sua decisione di non ricandidarsi alla massima poltrona. Per la verità le sue ultime affermazioni sono più articolate («Se non ci fosse proprio nessuno potrei essere tentato, ma le alternative valide non mancano»), ma si ritiene che al massimo potrebbe tornare in gioco per un assessorato. Sembra tramontata anche la possibilità di coinvolgere qualche nome a sorpresa della società civile. Sul piatto restano i soliti interni Campagnolo e Cunico, poi Vernillo e Mazzocchin tra gli alleati. Ma proprio con gli alleati andrà fatto un ragionamento di convergenze per nulla scontato. •

Alessandro Comin

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