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La tragedia di San Giorgio in Bosco

Il papà di Filippo:
«Verità sulla morte
dei nostri figli»

Il papà di Filippo sul luogo dell'incidente
Il papà di Filippo sul luogo dell'incidente
Il papà di Filippo sul luogo dell'incidente
Il papà di Filippo sul luogo dell'incidente

MAROSTICA. «Ci sono indagini in corso. Ci attendiamo la verità sulla morte dei nostri figli». Corrado Miotti, papà di Filippo, il marosticense di 23 anni deceduto insieme alla bassanese Chiara Maschio nel terribile schianto di San Giorgio in Bosco, non si dà pace. Insieme al fratello Riccardo, ieri è tornato sul luogo dell’incidente, dove era stato per la prima volta il giorno della tragedia. Per quasi un’ora ha nuovamente guardato e riguardato i segni tracciati dalle frenate della Twingo sulla quale viaggiavano i ragazzi, incluso Tommaso Chiurato, l’unico sopravvissuto allo schianto, ancora ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Padova, e del camion Daf, condotto da Mauro Stocco, ora indagato dalla Procura di Padova per omicidio stradale. «Lo schianto è avvenuto a centro strada - spiega Miotti mentre indica i segni dei piantoni posteriori dell’utilitaria, che hanno squarciato l’asfalto -. La Twingo ha lasciato una traccia evidente di trentina di metri di frenata, sulla carreggiata verso Padova su cui stavano viaggiando i ragazzi, prima dell’impatto. Voglio capire se il camion abbia fatto altrettanto».

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