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I ricorsi giudiziari
pesano sul Ponte
I tempi si dilatano

C’è grande attesa per la decisione del Tar sul PonteIl Ponte degli Alpini porta ben evidenti i segni  del tempo
C’è grande attesa per la decisione del Tar sul PonteIl Ponte degli Alpini porta ben evidenti i segni del tempo
C’è grande attesa per la decisione del Tar sul PonteIl Ponte degli Alpini porta ben evidenti i segni  del tempo
C’è grande attesa per la decisione del Tar sul PonteIl Ponte degli Alpini porta ben evidenti i segni del tempo

Dovevano esserci le macchine da cantiere all’opera, ci sono stati i ricorsi di una battaglia a carte bollate che negli ultimi sei mesi ha preso il posto dei restauri. Il 6 luglio, di fronte al Tar di Venezia, l’iter iniziato due estati fa arriva a un passaggio decisivo per il futuro del Ponte degli Alpini. Il giudice amministrativo si pronuncerà sulla richiesta della “Nico Vardanega” di Possagno, a dicembre vincitrice dell’appalto ma un mese più tardi esclusa dalla gara, di essere riammessa in graduatoria. Che il ricorso sia ammesso o respinto, la situazione è ingarbugliata.

GLI SCENARI. Se la magistratura amministrativa accoglierà il ricorso della ditta trevigiana, la palla passerebbe alla “Inco” di Pergine che, dopo l’esclusione ne ha preso il posto. In questo caso è plausibile, da parte dell’impresa trentina, un ricorso al Consiglio di Stato, con relativo, ulteriore, allungamento dei tempi nel via ai restauri e l’incertezza rispetto alla decisione del giudice d’appello. Anche nell’ipotesi opposta, di non accoglimento del ricorso della Vardanega, si prospetta un appello al Consiglio di Stato. In questo caso, ricorrente sarebbe la ditta di Possagno. A parti invertite, l’esito in attesa della sentenza sarebbe lo stesso: allungamento dei tempi di restauro, con la possibilità di una decisione che ribalti il primo grado di giudizio e fissi anche un possibile risarcimento.

VARDANEGA. «Siamo in attesa della decisione del giudice - è il commento di Gianantonio Vardanega - anche se credo che non sarà resa pubblica il 6 luglio. C’è già stata un pronuncia, con la quale il Consiglio di Stato sospende i lavori: è molto chiara e questa chiarezza ci dà fiducia anche per l’udienza dei prossimi giorni. Siamo pronti a metterci al lavoro con il cantiere e, se il nostro ricorso verrà accolto, spero che il Comune si comporti di conseguenza». Resta, in caso di non accoglimento del ricorso, l’ipotesi di appello: «In ogni caso valuteremo le motivazioni della sentenza e ci prenderemo il tempo necessario a decidere bene. Se la decisione del giudice non dovesse esserci favorevole, tutte le ipotesi restano aperte e decideremo con i nostri avvocati».

INCO. «Non siamo la ditta subentrata - precisa il titolare Luca Conci -, ma l’aggiudicataria a tutti gli effetti, con tanto di contratto firmato. Noi siamo pronti a metterci al lavoro, anzi, eravamo già al lavoro, solo che dopo l’apertura del cantiere è intervenuta la sospensiva del Consiglio di Stato». In ogni caso, l’azienda trentina punta a far valere i propri diritti: «Dopo questa sequenza di ricorsi e controricorsi non so quasi più cosa dire, credo che se la decisione del Tar ci sarà sfavorevole, non staremo con le mani in mano. Valuteremo il da farsi, anche con il Comune, ma non escludiamo l’ipotesi di adire a nostra volta la magistratura amministrativa».

Lorenzo Parolin

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