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I dodici milioni
dal Polo S. Chiara
alla sala Da Ponte

«Non c’è nulla di definito ma ci stiamo pensando»
L’acquisto risolverebbe i noti problemi economici
della parrocchia. Decisione entro il 30 novembre
L’ingresso della sala del cinema del Centro giovanileLa sala Da Ponte del Centro giovanile
L’ingresso della sala del cinema del Centro giovanileLa sala Da Ponte del Centro giovanile
L’ingresso della sala del cinema del Centro giovanileLa sala Da Ponte del Centro giovanile
L’ingresso della sala del cinema del Centro giovanileLa sala Da Ponte del Centro giovanile

Lorenzo Parolin

Spunta un teatro dai fondi del polo museale Santa Chiara, molto probabilmente al Centro giovanile, al posto dell’attuale sala “Da Ponte”. L’ipotesi, sussurrata nelle scorse settimane, prende sempre più corpo all’avvicinarsi del 30 novembre. Per quel giorno la fondazione Cariverona, impegnata per 10 dei 18 milioni di euro del S. Chiara, ha chiesto all’Amministrazione un progetto credibile. Non è necessario che sia un museo, è fondamentale che abbia rilevanza culturale e che fissi una destinazione definitiva alle somme in attesa da più di dieci anni.

«Non è ancora il momento di sciogliere le riserve – commenta il sindaco Riccardo Poletto - prima dobbiamo chiudere tutte le verifiche. La questione è delicata e ne va del futuro della città, per cui, da qui al 30 novembre, useremo ogni giorno disponibile per valutare le ipotesi».

Ipotesi che sembrano portare verso un teatro.

«La città – dice Poletto – allestisce ogni anno tre cartelloni: invernale, estivo e di ricerca, col festival B.Motion. In più, ci sono i percorsi di formazione per giovani artisti. Manca un teatro comunale e i bassanesi ce lo ricordano quasi quotidianamente. In città c’è bisogno di una sala da ottocento-mille posti».

Sala per la quale, nei mesi scorsi, sono state ipotizzate tre soluzioni: il recupero dell’Astra, la trasformazione del polo S. Chiara da museo a teatro, la ristrutturazione della “Da Ponte”.

«Chi non vorrebbe ripristinare l’Astra? – commenta Poletto - È l’ipotesi più suggestiva, ma anche la più costosa e certo non la più semplice».

Per l’Astra servirebbero dai 18 ai 20 milioni di euro, con l’obbligo di confrontarsi con la Soprintendenza. Il discorso non è molto diverso per il S. Chiara, con il rischio che l’area destinata a museo possa ospitare solo una sala di medie dimensioni, con accesso non facile per i mezzi di servizio. Resta il Centro giovanile, non una prima scelta, ma sicuramente più a buon mercato.

«Oggi ogni intervento deve essere sostenibile - dice Poletto - La sala Da Ponte garantirebbe un buon risultato a costi accessibili. In aggiunta, la struttura è abbastanza recente e non vincolata alla Soprintendenza».

I dieci milioni messi sul piatto dalla fondazione, quindi, sarebbero più che sufficienti. Resterebbe da superare lo scoglio dell’acquisto di uno stabile di proprietà della parrocchia, ma non molti mesi fa l’arciprete, don Renato Tomasi, aveva aperto la porta a possibili alienazioni. Il complesso del Centro giovanile si sostiene a fatica. Acquistandola la Da Ponte, il Comune otterrebbe un teatro a prezzi accessibili e alleggerirebbe la parrocchia di una serie di oneri insostenibili.

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